BRUXELLES – Prosegue il lavoro della procura belga, che nella giornata di oggi ha apposti i sigilli all’ufficio di un altro assistente parlamentare. A essere state interdette sono le stanze di un assistente di Pietro Bartolo, come ha confermato una persona del suo staff. Per il momento, da parte dell’eurodeputato del Pd non ci sono stati commenti in merito alla vicenda ma già ieri, prima che la procura agisse nei confronti del suo assistente, Bartolo aveva deciso di fare un passo indietro, dimettendosi da relatore ombra per il dossier della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), sulla liberalizzazione dei visti.
Pietro Bartolo, prima di essere un politico, è un medico. Per anni, dal 1992 al 2019, è stato il responsabile sanitario delle prime visite ai migranti che sbarcavano a Lampedusa. È sempre stato in prima linea nel sostenere le politiche di accoglienza per gli immigrati e i richiedenti asilo. Ha preso parte al film Fuocoammare di Gianfranco Rosi, che nel febbraio 2016 ha vinto l’Orso d’oro al 66º festival di Berlino. L’anno successivo, quel film ha ottenuto una candidatura nella categoria “Miglior documentario” agli Oscar 2017. La sua attività politica parte da lontano quando, fin dagli anni Ottanta, è stato consigliere comunale di Lampedusa e Linosa. Un incarico terminato nel 2007. Durante questi anni è stato anche vice sindaco e assessore alla sanità del comune delle Pelagie dal 1988 al 1993. Nel 2019 è entrato nel parlamento europeo aderendo al gruppo S&D.
“Rimetto il mio mandato da relatore ombra di S&D del testo sulla liberalizzazione dei visti a Kuwait e Qatar”, ha annunciato ieri Pietro Bartolo, estraneo all’indagine della procura belga. L’eurodeputato ha poi aggiunto: “Se è vero che è accaduto quanto è accaduto non voglio avere niente a che fare con questo schifo”. Sul suo collaboratore Davide Zoggia, finito nel mirino della procura, Bartolo ha dichiarato: “È un assistente condiviso con Brando Benifei, in associazione. Davide Zoggia non c’entra proprio nulla in questa storia: lui si è trovato implicato perché era ospite di Meroni, che era sotto attenzione. Zoggia abitava in subaffitto nella casa di Meroni: sono andati per cercare Meroni, ma hanno trovato Zoggia, che è caduto dalle nuvole”. Bartolo ha concluso: “Gli hanno preso il telefono. Zoggia è un mio assistente e non si è occupato di questa faccenda, brutta. È una cosa schifosa, sta gettando fango su tutti”.