BRESCIA – Nei confronti di Maria Dolores Colleoni “ci sono gravi indizi di colpevolezza” e quanto riportato nel mandato di arresto europeo “è fondato” rispetto alla valutazione affidata all’autorità giudiziaria italiana che dev’essere circoscritta a verificare il contenuto “intrinseco e gli altri elementi raccolti in sede investigativa”. E’ quanto emerge nella sentenza di ieri con cui i giudici della corte d’appello di Brescia hanno concesso la consegna al Belgio della moglie dell’ex eurodeputato del gruppo S&D Pier Antonio Panzeri arrestato a Bruxelles con le accuse di corruzione e riciclaggio nell’inchiesta ribattezzata Qatargate. Per il collegio “non esistono condizioni ostative” al trasferimento dell’indagata che ha negato ogni accusa, e sulla situazione delle carceri belga (la difesa aveva chiesto di verificare lo stato degli istituti) non vengono rilevati problemi di malfunzionamento del sistema penitenziario che possano giustificare la mancata consegna.
“Il ricorso in Cassazione ora diventa opportuno, perché è stato seguito oggi un nostro credo che continueremo a perorare”. Lo afferma Angelo De Riso difensore di Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, al termine dell’udienza in cui la seconda sezione della corte d’appello di Brescia ha concesso un rinvio al 3 gennaio per decidere sulla consegna della 38enne al Belgio. Rinvio concesso sulla scorta della questione preliminare sollevata dalla difesa che ha chiesto rassicurazioni sulle condizioni delle carceri in Belgio, viste alcune criticità legate al sovraffollamento. Un rinvio che ieri era stato invece negato da un’altra sezione della corte d’appello che ha concesso per Maria Dolores Colleoni la consegna al Belgio. Ora alla difesa restano quattro giorni di tempo per scrivere e presentare il ricorso in Cassazione che sospende il trasferimento dell’imputata che altrimenti finirebbe dietro le sbarre.