Le difficoltà del Pronto Soccorso di Varese non sono certo risolte, come in tutta Italia e oltre i confini nazionali. Ma va riconosciuto che, nonostante la pressione rappresentata dal gran numero di accessi che si stanno registrando, con punte superiori al periodo pre covid (e un picco tra il 26 e il 27 dicembre in cui si sono registrati 178 accessi in meno di 24 ore), e una presenza contemporanea di pazienti superiore al novantesimo percentile, complici il ritorno aggressivo dell’influenza e il susseguirsi di giorni festivi, il Pronto Soccorso varesino, punto di riferimento imprescindibile per chi abita a Varese, dintorni e oltre, sta tenendo, registrando livelli di sovraffollamento che sono sì importanti, contrassegnati dal colore arancione, ma non drammatici, quelli che sono indicati con il rosso e il nero sul portale regionale EUOL, che presenta in tempo reale l’andamento di tutti i Pronto Soccorso della Lombardia.
A determinare il livello di sovraffollamento, un algoritmo noto nella letteratura specialistica, che tiene conto di molteplici variabili, dal numero di accessi al numero di pazienti compresenti, dai minuti di attesa per la visita per ogni codice colore attribuito al triage, al tempo di attesa per la dimissione o il ricovero per ogni paziente. L’indicatore del sovraffollamento è quindi ricalcolato in tempo reale costantemente, e da settimane a Varese si mantiene tra l’arancione e il rosso, con uno stato di arancione costante in particolare dal 27 dicembre scorso.
Con maggiore dettaglio, l’indice nero per il PS varesino è passato da una percentuale del 60% a quella del 24% dal 27 dicembre compreso, e nelle ultime 48 ore non è mai stato raggiunto.
Il 27 dicembre non è un giorno a caso: è infatti dal 27 dicembre che si è potuto aprire un ambulatorio dedicato ai codici minori tutti i pomeriggi, dalle 14.00 alle 20.00, in cui opera un medico specialista in medicina d’urgenza e un infermiere. Non è lo stesso ambulatorio detto ‘dei codici bianchi’ che c’era in passato, ma una versione potenziata, con appunto anche un infermiere, e in grado di gestire autonomamente e con particolare celerità tutti i pazienti a cui è stato attribuito un codice verde e bianco, ovvero una parte davvero rilevante del totale dei pazienti che si rivolgono al servizio e che vengono dimessi al termine degli accertamenti.
L’orario di funzionamento di questo ambulatorio è significativo e frutto della attenta e puntuale analisi condotta ogni giorno dai professionisti della Gestione operativa aziendale, guidati dall’ing. Giovanni Poggialini. È tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio, infatti, che si crea la massa più critica di pazienti con codice minore, e l’attivazione dell’ambulatorio a partire dalle 14.00 permette di impattare nel momento di maggiore bisogno riducendo il numero di pazienti presenti in Pronto Soccorso.
Non è questo però l’unico intervento introdotto dalla task force dedicata alla gestione dei Pronto Soccorso istituita dalla Direzione e che comprende, oltre alla Direzione stessa e alla Gestione operativa, anche la Direzione Medica e i Direttori di Pronto Soccorso, del Dipartimento Emergenza, del Dipartimento Area Medica e del DAPSS.
Tra le iniziative c’è anche quella ribattezzata “nine o’clock”, che prevede che, per le ore nove di ogni mattina, in tutti gli emipiani del Monoblocco, si metta a disposizione un posto letto per i pazienti ricoverati da PS, per un totale di dieci. Non si tratta di aumentare le dimissioni dai reparti – è importante precisare – ma di razionalizzarle, impegnandosi affinché avvengano nelle prime ore del mattino, anziché ritardarle al pomeriggio, per venire più incontro alle esigenze del Pronto Soccorso.
Tra le iniziative introdotte in questi giorni c’è anche la rimodulazione dell’attività chirurgica, in modo da garantire gli interventi e, nel contempo, incrementare la disponibilità di posti letto al servizio dei ricoveri da Pronto Soccorso.
Contemporaneamente, si sta lavorando per migliorare il comfort alberghiero dei pazienti che stazionano in PS in attesa di completare visite ed esami, ad esempio sostituendo le barelle con dei veri e propri letti e costituendo la Degenza Breve di Accesso, una admission room in cui vengono accolti i pazienti ricoverati da PS in attesa di accedere al reparto di destinazione.
Spesso l’attesa non si prolunga per mancanza di posti letto, ma per la necessità di sottoporre il paziente a esami strumentali e consulenze specialistiche approfondite che permettono di definire la diagnosi e impostare la terapia più appropriata, che il paziente può poi proseguire al domicilio. Le segnalazioni dei pazienti e l’analisi condotta hanno evidenziato infatti che spesso il paziente non lamenta l’attesa, ma la qualità dell’attesa, ovvero il livello di comodità e comfort alberghiero che, in un reparto deputato alla gestione delle urgenze ed emergenze, non è ottimale. Da qui il tentativo di introdurre migliorie ulteriori rispetto a quelle approntate nelle ultime settimane in applicazione a quanto previsto dalla deliberazione regionale specifica sul tema dell’ottobre scorso.