Il bosco del Rugareto è noto alle forze dell’ordine nella zona. Molte volte in passato i Carabinieri avevano perlustrato la zona, ma non avevano trovato ciò che cercavano veramente. E così si sono rivolti ai volontari dell’associazione Sos metal detector nazionale odv i quali, sotto la guida dei militari e con il supporto della polizia locale di Marnate, hanno utilizzato al meglio i metal detector per scovare l’arsenale dello spaccio.
E di fatto i pusher avevano lasciato già tante tracce in giro come bottigliette d’acqua e succhi di frutta, tronchi di legno utilizzati come falò per combattere il freddo e carbonella per la brace. Non era la prima perlustrazione, questa ma ciò che è saltato fuori ieri è molto importante. Le armi ritrovate sono un machete, due pistole arrugginite, un fucile e varie cartucce. Le due pistole non pare – da una prima analisi – fossero entrambi operative (una forse, solo una scacciacani, ndr), ed erano una sotterrata una avvolta da un cellophane. Mentre il fucile è plausibile che fosse stato abbandonato da qualcuno che voleva soltanto disfarsene. Ritrovati tra gli altri materiali anche due telefoni cellulari, due powerbank, sacchetti per confezionare le dosi di droga. Ora tutto questo è posto sotto sequestro e inviato per le analisi al reparto scientifico dei Carabinieri.
Era stata il sindaco di Marnate, Betty Galli, a rendere possibile l’esercitazione, di concerto con i vertici dell’Arma, guidata nell’operazione dal maresciallo Antonino Giuliano al comando della stazione dei carabinieri di Gorla Minore. Durante l’azione di esercitazione i volontari adoperavano i metal detector, indicando il luogo e scavando, ma non potevano toccare i reperti, che venivano poi prelevati con i guanti dagli uomini dell’Arma, per evitare di inquinare le tracce.