VARESE – Dai risultati dell’indagine congiunturale dell’Ufficio Studi di Confindustria Varese emerge per il quarto trimestre 2022 un andamento congiunturale dell’industria varesina migliore del previsto, ma con eterogeneità tra i settori oggetto dell’indagine. Il dato di miglioramento è riconducibile al confronto col trimestre estivo. Trimestre che solitamente rappresenta di per sé un periodo stagionale di flessione congiunturale della produzione e degli ordini, ma che quest’anno ha visto anche l’acuirsi dei rincari energetici. In chiusura d’anno, gli incrementi dei prezzi rimangono corposi e importanti,
ma sembra lievemente attenuarsi la loro spinta sulla marginalità delle imprese: se nel III trimestre 2022 l’82% delle imprese rispondenti aveva segnalato la riduzione del proprio Mol (Margine Operativo Lordo), nel IV la percentuale scende leggermente, al 73%. Tuttavia, la situazione rimane da monitorare, in quanto la crisi dell’energia e delle materie prime continua a spingere diverse imprese rispondenti a riorganizzare i propri processi produttivi e, in alcuni casi, anche a ridurre i piani di investimento, senza contare il diverso peso che il rialzo dei prezzi assume nelle dinamiche produttive dei vari settori. Nel quarto trimestre 2022 sono in netta maggioranza le imprese che hanno dichiarato livelli di produzione in aumento rispetto al trimestre precedente (il 53,4% delle rispondenti); quasi un terzo (il 27,5%) ha segnato una stabilità e il 19,1% una riduzione. Il saldo delle risposte è così pari a +34,2 punti percentuali, in sostanziale rimbalzo rispetto allo scorso trimestre, seppur con eterogeneità dell’intensità del fenomeno tra principali filiere del territorio. Ulteriore proxy dell’aumento congiunturale dei livelli produttivi, l’incremento del tasso di utilizzo degli impianti dal 75,8% del III trimestre al 77,8% del IV trimestre.
Il quadro del portafoglio ordini alla fine del quarto trimestre presenta invece una situazione prevalentemente di stabilità rispetto alla fine del terzo trimestre, con una buona performance degli ordini esteri grazie al comparto chimico-farmaceutico. Le previsioni delle imprese sulla produzione per il primo trimestre 2023 sono invece più nel segno della prudenza, con una prevalenza delle risposte di stabilità dei livelli produttivi. Sotto il profilo della produzione, nel quarto trimestre 2022 il saldo complessivo delle risposte (calcolato come la differenza tra la percentuale di imprese che dichiarano un aumento e quelle che dichiarano una diminuzione della produzione rispetto al trimestre precedente) è stato pari a +34,2 punti percentuali. La maggioranza assoluta delle imprese rispondenti ha dichiarato livelli produttivi in aumento rispetto al trimestre precedente (53,4%), andando oltre le previsioni prudenti delle imprese nel terzo trimestre. Quasi un terzo delle imprese ha segnato una stabilità della propria produzione a consuntivo nel trimestre (27,5%) e solo una minoranza una riduzione (19,1%). A livello settoriale, le imprese del metalmeccanico, della moda e della gomma-plastica indicano saldi positivi delle risposte sull’andamento della produzione rispetto al trimestre precedente. Contesto diverso per il chimico-farmaceutico, che registra invece un quadro produttivo diffusamente negativo, seppur si collochi bene sul piano della domanda potenziale (con una stabilità degli ordinativi totali e, tra questi, un aumento degli ordini esteri).
Le previsioni sulla produzione per il primo trimestre 2023 sono orientate a un quadro di cautela: il saldo delle risposte diventa leggermente negativo (pari a -1,6 punti percentuali), ma con una maggioranza significativa imprese che si attendono una stabilità dei livelli produttivi (il 45,7%); quasi paritetiche le percentuali di chi si aspetta una riduzione dei livelli produttivi (27,9%) e di chi si aspetta un aumento dei livelli produttivi (26,4%). Il dato è sintesi di aspettative diverse per ogni settore: in apertura d’anno il metalmeccanico ha prevalentemente aspettative di stabilità, la moda si attende una diminuzione della produzione rispetto al profilo di aumento nel consuntivo, il chimico-farmaceutico prevede una diminuzione della produzione ma con una concentrazione inferiore rispetto al quarto trimestre, mentre il gomma-plastica prevede una situazione sostanzialmente bipartita tra stabilità e riduzione. La dinamica del portafoglio ordini risulta prevalentemente su un profilo stabile alla fine del quarto trimestre: il saldo nelle risposte è pari a +0,7 punti percentuali, con il 43,7% delle imprese rispondenti che ha segnalato una stabilità degli ordinativi totali – equamente ripartite invece le percentuali di chi ha segnato un aumento (28,5%) e di chi una diminuzione (27,8%). Il saldo delle risposte riferito agli ordinativi esteri è pari invece a +5,0 punti percentuali, trainati dal loro aumento nel chimico-farmaceutico. La situazione però è fortemente diversificata tra settori per quanto riguarda gli ordini totali: il comparto moda segnala con una netta prevalenza un quadro negativo di riduzione degli ordinativi complessivi, mentre nel metalmeccanico e nel chimico-farmaceutico prevale la stabilità degli ordinativi; nel gomma-plastica prevale l’aumento degli ordini, ma con una buona percentuale anche di casi di riduzione.
Nel quarto trimestre 2022 a livello provinciale l’Inps rileva che nel comparto industriale sono state autorizzate 2.488.242 ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, in riduzione rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (-18,0%), ma in aumento rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+89,1%). Complessivamente (considerando la cassa integrazione ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga) nel quarto trimestre 2022 sono state autorizzate 2.656.127 ore di Cassa Integrazione Guadagni nel comparto industriale, in diminuzione rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (-49,3%), ma in aumento rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+79,4%). Guardando all’intero anno 2022 (gennaio-dicembre) sono state autorizzate complessivamente 10.490.284 ore di Cassa Integrazione Guadagni, in riduzione (-68,4%) rispetto al 2021. ”I dati – commenta il presidente di Confindustria Varese, Roberto Grassi – vanno interpretati con una doppia chiave di lettura. La prima è sicuramente quella che ci conferma la tenuta dei fondamentali della nostra economia locale basata sui cluster industriali e la capacità delle imprese manifatturiere del territorio di cogliere ogni spiraglio congiunturale per inseguire la crescita, riposizionarsi sui mercati e ad adattarsi con estrema flessibilità ai contesti internazionali, anche i più complicati come l’attuale. La seconda chiave di lettura, però, è quella che ci porta alla prudenza. La risalita produttiva degli ultimi tre mesi dell’anno va inquadrata in un rimbalzo rispetto al trimestre estivo, tradizionalmente più piatto. I problemi che frenano la competitività delle nostre imprese rimangono tutti sul tavolo. In primo luogo, quello energetico. È vero che le quotazioni sono in calo, ma stiamo lavorando con livelli di costo comunque superiori di tre volte quelli dell’estate 2021. Questo deve porre il Governo di fronte al fatto che la questione energia è ancora una priorità nell’agenda politica”. “Non possiamo permetterci – avverte – cali di attenzione su un aspetto così fondamentale per la nostra tenuta economica e sociale. Ci auguriamo che quando finiranno le risorse stanziate dall’ultima legge finanziaria per sostenere il sistema produttivo, non si agisca come sulle accise di benzina, lasciando le aziende in balia degli eventi. C’è poi il fattore inflazione e rialzo dei tassi. Il costo del denaro aumenta, gli investimenti fatti accedendo al credito bancario sono sempre più elevati e anche i costi connessi subiscono talvolta incrementi importanti. Uno scenario che rischia di rallentare le transizioni in atto sui fronti del digitale e della sostenibilità. Occorre guardare a ciò che sta avvenendo nel sistema economico con uno sguardo largo, con una capacità di visione. Serve, non ci stanchiamo mai di dirlo, una politica industriale degna di questo nome”.
Sotto il profilo produttivo, nel quarto trimestre prevalgono le risposte di aumento (52,2%) e di stabilità (42,8%) dei livelli produttivi rispetto al trimestre precedente; solo il 5,0% comunica una loro riduzione. Il saldo delle risposte è pertanto pari a +47,2 punti percentuali, con una tendenza diffusa anche intra-filiera di aumento o perlomeno stabilità dei livelli produttivi. La dinamica del portafoglio ordini mostra invece un saldo delle risposte meno positivo (+15,2 punti percentuali), a causa di una maggioranza di risposte che indicano stabilità negli ordinativi complessivi (49,3%); poco più di un terzo segnala invece un aumento degli ordini rispetto al trimestre precedente (32,9%) e solo una piccola parte ne indica una riduzione (17,8%). Dinamica simmetrica per gli ordini esteri, con un saldo delle risposte sempre positivo ma leggermente inferiore (+8,6 punti percentuali). Per il primo trimestre 2023, la maggioranza assoluta delle aziende intervistate prevede un profilo in stabilità della produzione (53,3%) e diminuisce la proporzione di imprese che si attendono un aumento (34,7%), mentre il 12,0% indica una possibile riduzione. Il saldo delle risposte risulta quindi positivo ma inferiore rispetto al consuntivo (pari a +22,7 punti percentuali). Nel quarto trimestre 2022 a livello provinciale l’INPS rileva che nel settore metalmeccanico sono state autorizzate 978.373 ore di Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, in aumento rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (+21,3%) e rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+57,4%). Complessivamente (considerando la cassa integrazione ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga) nel quarto trimestre 2022 sono state autorizzate 996.853 ore di Cassa Integrazione Guadagni nel settore metalmeccanico, in aumento rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (+21,1%) e rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+47,9%). Guardando all’intero anno 2022 (gennaio-dicembre) sono state autorizzate complessivamente 2.942.622 ore di Cassa Integrazione Guadagni, in riduzione (-71,8%) rispetto al 2021.
Il comparto moda nel quarto trimestre mostra una buona performance produttiva, in linea con quelle che erano le attese: netta è la maggioranza di imprese che ha indicato un diffuso aumento dei livelli produttivi rispetto al trimestre precedente (il 68,8%), contro quasi un terzo che ne ha indicato una riduzione (27,4%). Solo il 3,8% ha indicato una stabilità. Il saldo risultante delle risposte è pari quindi a +41,3 punti percentuali. Le attese sul primo trimestre 2023 sono invece negative: a livello previsionale la maggioranza delle imprese mostra un quadro di riduzione dei livelli produttivi in apertura d’anno (il 69,0%), contro un terzo di imprese che si aspetta stabilità (31,0%); nessuna ha indicato aspettative di aumenti. E’ possibile presumere che, ad avere un effetto negativo sulle aspettative, sia l’evoluzione della domanda, oltre che le problematiche relative all’energia: gli ordinativi alla fine del trimestre presentano un quadro di flessione, con una netta maggioranza di imprese che registrano ordini complessivi in diminuzione (il 73,2%). Tuttavia, il fenomeno è meno forte per gli ordini esteri, per cui le imprese che ne indicano una riduzione sono il 58,2%. Nel quarto trimestre 2022 a livello provinciale l’Inps rileva che nel settore moda sono state autorizzate 400.570 ore di cassa integrazione guadagni ordinaria, in diminuzione rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (-76,3%), ma in importante aumento rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+224,6%). Complessivamente (considerando la cassa integrazione ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga) nel quarto trimestre 2022 sono state autorizzate 474.910 ore di cassa integrazione guadagni nel settore moda, in diminuzione rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (-72,6%), ma in importante aumento rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+138,4%). Guardando all’intero anno 2022 (gennaio-dicembre) sono state autorizzate complessivamente 1.985.520 ore di cassa integrazione guadagni, in riduzione (-72,9%) rispetto al 2021.
Il settore chimico-farmaceutico nel quarto trimestre 2022, dopo un terzo trimestre fortemente negativo, rimane su un territorio di flessione, seppur meno diffuso e in linea con le attese: il 73,7% delle imprese rispondenti segnala una riduzione dei livelli produttivi, mentre il 26,3% un loro aumento (saldo delle risposte pari a -47,5 punti percentuali). L’andamento è dovuto, con ogni probabilità, alle criticità che il settore sta attraversando a causa della crisi energetica e della sua natura energivora. Per l’apertura d’anno si prevede un quadro meno negativo, ma che rimane comunque di calo per la maggior parte delle imprese intervistate: il 56,6% prevede una flessione dei livelli produttivi, mentre il 27,9% una stabilità e il 15,5% un aumento (saldo delle risposte pari a -41,2 punti percentuali). Sul lato della domanda, migliora invece rispetto al trimestre precedente il portafoglio ordini: se gli ordinativi totali mostrano un saldo percentuale delle risposte pari a +7,6 punti percentuali, a trainare all’interno di questi sono gli ordini esteri, con un saldo pari a +64,3 punti percentuali. Nel quarto trimestre 2022, il comparto del gomma-plastica segna un miglioramento dei livelli produttivi, al di sopra delle attese: il 63,8% delle imprese intervistate ha segnalato livelli produttivi in aumento rispetto al trimestre precedente, mentre il 32,0% ha indicato livelli in riduzione; solo il 4,2% delle imprese ha dichiarato stabilità, portando così il saldo delle risposte a +31,7 punti percentuali. Più prudenti le previsioni per il primo trimestre 2023, con una sostanziale maggioranza di chi prevede una stabilità dei livelli produttivi (40,9%) e chi un calo (33,2%); in minoranza chi prevede un aumento (25,9%). Sugli ordinativi complessivi si registra invece un quadro più positivo: il 42,8% ha segnalato ordini in aumento rispetto al trimestre precedente, il 25,2% in stabilità e il 32,0% in riduzione. Situazione simile per gli ordini esteri. Nel quarto trimestre 2022 a livello provinciale l’Inps rileva che nei settori chimico-farmaceutico e gomma-plastica sono state autorizzate 953.773 ore di cassa integrazione guadagni ordinaria, in aumento rilevante sia rispetto alle ore autorizzate nel quarto trimestre 2021 (+133,2%), sia rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+117,0%). Complessivamente (considerando la cassa integrazione ordinaria, quella straordinaria e quella in deroga) nel quarto trimestre 2022 sono state autorizzate 957.165 ore di cassa integrazione guadagni nei settori chimico-farmaceutico e gomma-plastica, in aumento rilevante sia rispetto alle ore autorizzate al quarto trimestre 2021 (+134,0%), sia rispetto alle ore autorizzate nel terzo trimestre 2022 (+117,8%). Guardando all’intero anno 2022 (gennaio-dicembre) sono state autorizzate complessivamente 2.329.151 ore di cassa integrazione guadagni, in riduzione (-17,1%) rispetto al 2021.