Le elezioni regionali rappresentano, insieme alle amministrative, l’unica “competizione” in cui i candidati devono guadagnarsi ogni singolo voto sul campo: dopo l’eliminazione delle preferenze dalle elezioni politiche, in cui i candidati in Parlamento sono spesso (e volentieri) espressione delle segreterie dei partiti (pertanto calati dall’alto e a volte slegati dalla circoscrizione di riferimento), i consiglieri regionali sono rimasti l’ultimo baluardo del rapporto con il territorio.
Va da sé che i candidati debbano ricercare il consenso “casa per casa”, paese per paese, preferibilmente sviluppando una rete di rapporti con gli amministratori locali, con i quali stringono alleanze per rendere il voto capillare e numericamente consistente ai fini della loro elezione in Consiglio regionale.
Frequente è anche il ricorso al cosiddetto “ticket” uomo-donna: la legge elettorale consente, infatti, di esprimere fino a due preferenze, a patto che siano di sesso opposto. Ne consegue che molti candidati si presentino in coppia, con l’obiettivo di supportarsi a vicenda.
A urne chiuse e risultato ormai conseguito (si attende solo la proclamazione ufficiale del Presidente e degli eletti alla carica di consigliere regionale da parte dell’Ufficio Centrale Regionale) è interessante analizzare il peso e il bacino di voti di ogni eletto al Pirellone, per capirne la distribuzione del consenso. Un dato curioso non è sfuggito agli osservatori più attenti: ben 4 dei 7 nuovi consiglieri provengono dalla stessa scuola politica, quella di Alleanza Nazionale e tutti gli eletti hanno alle spalle una militanza storica e un “cursus honorum” nelle amministrazioni locali.
Samuele Astuti, recordman di preferenze
In termini assoluti Samuele Astuti, consigliere uscente del PD ed ex sindaco di Malnate, ha ottenuto il maggior numero di preferenze (distribuite in modo equo su tutta la provincia) tra i 92 candidati della circoscrizione elettorale di Varese: non c’è stata storia tra lui e il suo rivale, Luca Carignola, con il malnatese che ha ottenuto 4 volte i voti dell’avvocato varesino, che pure era sostenuto da un’ampia fetta di partito. Anche nel capoluogo, nonostante tutto il Partito Democratico remasse per il segretario cittadino, Astuti ha ottenuto più voti del suo competitore. Un plebiscito che non lascia dubbi su chi conti davvero in casa dem.
Emanuele Monti, derby vinto contro la Brianza
Altro mister preferenze è il leghista varesino Emanuele Monti, che dopo un lungo testa a testa negli scrutini ha allungato e vinto contro la sfidante Francesca Brianza: entrambi uscenti, si sono contesi l’unico seggio disponibile per il Carroccio (nella scorsa consigliatura erano ben 3). L’elettorato di Monti si è distribuito principalmente da Varese in giù, con una forte concentrazione di voti nel capoluogo. Nota a margine: per la Brianza, uscita con le ossa rotte dallo scontro con “il Monti giusto”, si apre la strada per una candidatura a sindaco di Varese nel 2026?
Martignoni e Caruso, fratelli quasi gemelli nel voto
Quasi speculare la distribuzione del voto per Giuseppe De Bernardi Martignoni e Francesca Caruso, che pure non hanno corso in accoppiata (si vocifera di forti dissidi tra i due, nonostante la passata sintonia politica e l’appoggio di Martignoni alla collega nelle ultime elezioni comunali): i due neoeletti consiglieri hanno ottenuto quasi tutti i loro voti nella zona della zona di Gallarate, Malpensa e Busto Arsizio. Clima comunque incandescente in Fratelli d’Italia, soprattuto a Busto Arsizio, dove si respira un’aria da resa dei conti dopo il “fattaccio” dell’esclusione di Checco Lattuada e il flop elettorale di Luca Folegani, giunto sesto su otto candidati.
Il sindaco Licata pesca a Varese
La distribuzione del voto del neoeletto Giuseppe Licata, sindaco di Lozza e segretario provinciale di Italia Viva, non dà adito a dubbi: le preferenze arrivano in larga parte da Varese città, anche se i restanti voti, a macchia di leopardo, lasciano intendere che si sia creata una rete di amministratori locali a sostegno del candidato del “terzo polo”: tra questi da segnalare il nutrito gruppo di centristi guidato da Raffaele Nurra e Mauro Pramaggiore, che non ha nascosto la propria simpatia per Licata.
Luca Ferrazzi, sette vite come i gatti
Ha dimostrato di saper fare di conto e di avere una grande capacità di cogliere le opportunità Luca Ferrazzi, più volte consigliere ed ex assessore regionale di Alleanza Nazionale e Lista Maroni. Per lui si tratta dell’ennesimo ritorno (pochi ci avrebbero scommesso, a parte il diretto interessato) al Pirellone, questa volta sotto le insegne della Lista Moratti: le sue preferenze sono concentrate principalmente nel Gallaratese, la sua roccaforte.
Giacomo Cosentino, l’uomo dell’alto varesotto
Se quasi tutti i consiglieri eletti hanno ottenuto la maggior parte di voti dal Capoluogo in giù (dove è concentrata la maggior parte della popolazione della provincia), Giacomo Cosentino ha puntato sulle zone meno popolose, ma anche meno “battute”: le valli. Il suo elettorato è ben distribuito soprattutto da Varese in su, con picchi nei comuni amministrati da sindaci, assessori e consiglieri di Lombardia Ideale, come Besano, Valganna, Arcisate, Cadrezzate con Osmate (in zona laghi), Bedero Valcuvia. Nota stonata il comune di Viggiù, dove Cosentino ha perso quasi tutto il suo elettorato (da 70 a 20 preferenze) nonostante la presenza del sindaco Emanuela Quintiglio, eletta consigliera provinciale proprio in quota Lombardia Ideale e proposta come candidata dallo stesso Cosentino. Per lei nell’ambiente si vocifera di un appoggio forte da parte di alcuni esponenti leghisti critici verso la segreteria provinciale (salviniana) del Carroccio: problema politico in vista?