BUSTO ARSIZIO – Questa mattina la polizia di Stato di Busto Arsizio ha eseguito un’ordinanza con la quale il Gip del Tribunale ha applicato a nove indagati la misura cautelare della custodia in carcere. Il provvedimento restrittivo è giunto al termine di una complessa indagine iniziata nove mesi fa dai poliziotti del commissariato di pubblica sicurezza con la direzione della Procura della Repubblica e ha permesso di smantellare un gruppo criminale dedito alla vendita di cocaina e hashish tra Busto Arsizio, Lonate Pozzolo, Samarate, Ferno, Vanzaghello, Dairago, Cuggiono e comuni limitrofi.
Partendo dal monitoraggio di un’attività di piccolo spaccio di droga svolta a Busto Arsizio da alcuni nordafricani, gli investigatori sono risalti a pusher di spessore che operavano tra la città e i comuni della Malpensa e, salendo ancora di livello, a trafficanti che importavano dall’estero la sostanza stupefacente da rivendere all’ingrosso o al dettaglio. Gli indagati, tutti di origine nordafricana, erano soliti effettuare le consegne di droga ai propri clienti fissando appuntamenti in luoghi che raggiungevano in auto, dove perfezionavano lo scambio droga/soldi in pochi istanti. Maniacale l’attenzione dedicata a verificare di non essere seguiti o osservati dalla polizia, con percorsi apparentemente privi di logica ma in realtà finalizzati a escludere che sulle loro tracce vi fossero auto “civetta”.
La droga da vendere, per minimizzare i rischi di essere colti con le mani nel sacco, veniva nascosta in luoghi isolati e difficilmente accessibili, dai quali di volta in volta venivano prelevati i quantitativi da cedere. E proprio in uno di questi nascondigli, in una zona boschiva ai margini della ss336 a Vanzaghello, i poliziotti di via Ugo Foscolo, che già seguivano non visti gli indagati, avevano sequestrato circa tre chili e mezzo di hashish e 70 grammi di cocaina.
La sparizione della droga aveva fatto sorgere nel gruppo sospetti reciproci su chi fosse stato a tradire i soci e rubare la sostanza. Questi dubbi e i dissapori sulla spartizione dei guadagni – parte dei quali destinata al mantenimento del congiunto di uno spacciatore già carcerato per altri reati – avevano nel corso del tempo apportato vari cambiamenti alla composizione del gruppo di spaccio, con l’allontanamento di vecchi soci e l’arruolamento di nuovi più efficienti o fidati.
Lo scorso agosto gli inquirenti avevano poi registrato un ulteriore salto di qualità dell’attività criminale, intercettando l’importazione dalla Francia di circa 43 chilogrammi di hashish destinati a essere distribuiti in zona. Allora era scattata la trappola nella quale erano caduti, venendo arrestati in flagranza a Lonate Pozzolo, due dei destinatari della partita di “fumo” e uno dei corrieri. Le indagini di polizia e Procura hanno tuttavia permesso di ricostruire l’organigramma dell’intero gruppo, i cui compenti sono ora stati raggiunti dalla misura cautelare.