Spagna, ‘minitangentopoli’ iberica, Pp contro Garzon e governo


Madrid, 12 feb. (Apcom)
– Corruzione, tangenti, finanziamento dei
partiti con soldi pubblici, uso politico della magistratura, un
giudice e dei procuratori ‘rossi’ ricusati: anche se al governo
c’è il partito socialista di José Luis Zapatero e sotto inchiesta
sono i conservatori del Partido popular (Pp) di Mariano Rajoy, la
trama è proprio quella tristemente famosa in Italia. E infatti lo
scandalo scoppiato da meno di una settimana a Madrid è una
piccola ‘tangentopoli’ in salsa spagnola, anche se le dimensioni
– almeno per il momento – non sembrano le stesse.

Nella tormenta, ancora una volta, c’è il Partido popular di
Mariano Rajoy. Già sotto scacco nelle scorse settimane per uno
scandalo di spionaggio interno al governo regionale di Madrid
della ‘lady di ferro’ dei popolari Esperanza Aguirre, sul Pp da
venerdì scorso si è abbattuta un’altra, pesante tegola:
un’indagine per corruzione, concussione e riciclaggio su un
gruppo di impresari e politici locali concentrati soprattutto a
Madrid e Valencia (regioni controllate dai popolari. A istruirla
è Baltasar Garzon, giudice dell’Audiencia Nacional noto per le
sue simpatie socialiste, e buona parte delle notizie – come nel
caso dello spionaggio – vengono dal giornale filosocialista ‘EL
Pais’.

Per il momento gli imputati sono 37, fra questi due fra sindaci
ed ex sindaci ‘populares’ dei suburbi bene di Madrid, un ex
segretario regionale in Galizia e almeno due amici intimi –
nonché testimoni di nozze – di Alejandro Agag, genero dell’ex
premier José Maria Aznar. Agag non è imputato e ha negato ogni
coinvolgimento minacciando azioni legali: in ogni caso uno dei
suoi due amici incriminati, Jacobo Gordon, alcuni anni fa fu
anche in affari con il genero di Aznar, secondo quanto riportato
ampiamente dalla stampa spagnola; mentre l’altro, Francisco
Correa, è considerato il principale imputato di tutta la rete di
corruttela. Dal suo nome, che in spagnolo significa ‘cintura’, ha
preso nome l’indagine, nota come ‘operazione Guertel’ (‘cintura’,
in tedesco).

Ad appena 20 giorni dalle elezioni regionali del 1 marzo nei
Paesi Baschi e in Galizia, un test politico importante per il Pp
di Rajoy e anche per la sua leadership personale, il partito
sembrava insomma sull’orlo dell’abisso. Ma un nuovo,
inatteso colpo di scena ha ridato in qualche modo una boccata di
ossigeno e unità – almeno di facciata – al Pp, sotterraneamente
lacerato dalla rivalità fra Rajoy e la stessa Esperanza Aguirre:
il quotidiano di destra ‘El Mundo’ ieri ha rivelato in prima
pagina che Garzon, proprio il magistrato che venerdì scorso ha
aperto il caso con cinque arresti e ieri ha imputato 37 persone,
lo scorso fine settimana sarebbe stato a cena e a una battuta di
caccia con il ministro della Giustizia Mariano Fernandez Bermejo.

Subito Rajoy, che già nei giorni scorsi aveva gridato a un “uso
politico” della magistratura – lamentando che la Procura generale
dello Stato userebbe “due pesi e due misure” nelle indagini sui
popolari e sui socialisti – ha convocato la stampa e ha fatto
dichiarazioni di fuoco: l’incontro fra Garzon e il ministro
Bermejo “è un atto osceno, che annienta la qualità della
democrazia e fa un danno enorme alle istituzioni”. Circondato da
tutti i colonnelli del suo partito, Rajoy ha annunciato che il Pp
“chiederà la ricusazione di Garzon” da una causa che, secondo il
leader dei popolari, “non è sul Pp, ma contro il Pp”.

Ape/Kat

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