“Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento ieri che avevano dichiarato essere già letto e condiviso”. È una nota di Azione a certificare così la fine del progetto del partito unico del Terzo Polo, dopo settimane di tensioni tra il suo leader, Carlo Calenda, e il numero uno di IV, Matteo Renzi.
Dietro tutto questo – riprende la nota di Azione – c’è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori”. “Dopo mesi di tira e molla – si osserva ancora – ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda“.
“Renzi vuole tenersi i soldi”
“Il partito non lo riusciremo a fare, perché non lo vuole fare”, aveva detto Calenda e, riferendosi a Matteo Renzi, a Enrico Lucci, che lo aveva intercettato e gli aveva chiesto novità sulla trattativa per il partito unico con Iv. All’inviato di Striscia che domanda quali siano le obiezioni di Renzi, Calenda risponde così: “Perché vuole tenersi soldi e partito di Italia Viva e non si può far nascere, da due partiti, tre partiti. Diventa ridicolo”.
“Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda. Pensiamo che sia un clamoroso autogol ma rispettiamo le decisioni di Azione”, era stata la risposta dell’ufficio stampa di Italia Viva, “gli argomenti utilizzati appaiono alibi. Italia Viva è pronta a sciogliersi, come Azione, il 30 ottobre, dopo un congresso libero e democratico. Sulle risorse, Italia Viva ha trasferito fino a oggi quasi un milione e mezzo di euro al team pubblicitario di Carlo Calenda ed è pronta a concorrere per la metà delle spese necessarie alla fase congressuale e a trasferire le risorse dal momento della nascita del partito unico”.
Punto di rottura
I rapporti fra le due anime del Terzo Polo si erano fatti tesissimi già da tempo. Una situazione che è andata precipitando dalla conferenza stampa in cui Matteo Renzi si è presentato come nuovo direttore del Riformista.
Una scelta della quale ha reso partecipe la controparte soltanto qualche ora prima di annunciarlo alla stampa. L’asse fra i due, tuttavia, aveva cominciato a mostrare delle crepe da alcuni mesi a questa parte. Prima, con la presidenza di Italia Viva affidata a Renzi, tornato leader non solo ‘de facto’, ma anche da statuto. Poi con la sconfitta in Friuli che ha visto Azione e Italia Viva fermarsi ben al di sotto della soglia di sbarramento. Rispetto a tutto questo, la conferenza di Renzi da neo direttore di un quotidiano ha rappresentato la scintilla che ha dato fuoco alle polveri.