GALLARATE – L’aveva promesso e l’ha fatto. Ieri, martedì 30 maggio, l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha incontrato per più di un’ora a Gallarate, dentro l’Ospedale Sant’Antonio Abate, i vari rappresentanti della politica cittadina per cercare di fare il punto sulla sanità. La prima cosa che ha ribadito Bertolaso è l’impegno a mantenere aperto e funzionante il reparto di Cardiologia, sebbene le difficoltà legate alla carenza di medici a livello nazionale. In secondo luogo ha annunciato la creazione di un Polo sanitario per le emergenze al Casermone, mentre ha lasciato ancora riserbo sulla prossima firma dell’accordo di programma per il nuovo ospedale unico, che ha deputato alla presidenza.
La Cardiologia del Sant’Antonio Abate potrà sopravvivere – ha chiarito Bertolaso – grazie al supporto delle cooperative, ma di contro servirà anche la stessa collaborazione dell’assessore nel provare a convincere i 7 medici dimissionari a fare retrofront. Si prevedono in oltre nel futuro prossimo bandi di nuovi concorsi e il ricorso a medici specializzandi, con accordi con alcune università.
L’impegno dell’assessore Guido Bertolaso per le questioni della sanità gallaratese
Dovrò stare qui cinque anni, sarà mia cura garantirvi che questi due percorsi (Casermone e nuovo ospedale, ndr) andranno avanti senza interferire l’uno con l’altro. Il servizio viene garantito. Per quanto tempo? Non sono in grado di rispondere. La carenza di medici e infermieri è purtroppo una emorragia che nasce da lontano ed è un problema nazionale. Continuerò a seguire da vicino la situazione di Gallarate: il mio impegno è dare assistenza sanitaria diretta a tutti i cittadini nel modo migliore e con la qualità migliore possibile.
Le parole del sindaco di Gallarate, Andrea Cassani
E’un’esigenza della città che l’attività al Sant’Antonio Abate possa continuare egregiamente fino alla realizzazione del nuovo ospedale. Chiediamo che ci sia una programmazione e che sia condivisa. In questo diventa anche per noi più facile condividere alcune scelte. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma non vogliamo più trovarci davanti ad annunci di imminenti chiusure di reparti che ci destabilizzano.