GALLARATE – La giunta comunale ha chiesto di potere utilizzare un appartamento confiscato alla criminalità organizzata per destinarlo alle donne vittime di maltrattamenti. La richiesta è stata presentata all’Agenzia nazionale che amministra ed assegna i beni confiscati. L’appartamento che sorge in via Varese vicino ad un grande centro commerciale, era stato confiscato alla criminalità mafiosa attiva nel quartiere Cajello.
Tecnicamente l’Agenzia, se la richiesta viene accolta, assegna l’immobile al Comune che lo destinerà a realizzare un centro di assistenza per le donne vittime di violenza e maltrattamenti. Si tratta di donne, in alcuni casi con figli, che hanno urgente necessità di un luogo protetto per sottrarsi alle violenze. Sistemazioni che in moti casi sono necessarie per consentire alle vittime di essere prese in carico dai servizi sociali ed essere seguite nella ricerca di autonomia economica.
Gli immobili sequestrati ad esponenti del crimine organizzato, una volta definitivamente confiscati entrano a far parte del patrimonio dello Stato e la loro gestione è affidata all’Agenzia nazionale che può assegnare quelli che risultano idonei a finalità sociali agli Enti locali che devono destinarli a finalità di interesse collettivo.
Vittime di maltrattamento
Si tratta di un appartamento su via Varese, poco distante dal centro commerciale dei Laghi, che ora la giunta di Andrea Cassani vuole riutilizzare con finalità sociali.
«Con sempre maggiore frequenza – spiegano dal Comune – ci si trova nella necessità di provvedere alla protezione di nuclei familiari interessati da maltrattamento di genere, per i quali occorre trovare una collocazione urgente, durante e dopo la presa in carico dei servizi, e compatibile con un mantenimento sul territorio comunale per periodo utile alla acquisizione di autonomia in sicurezza».
L’amministrazione gallaratese ha ritenuto che l’immobile confiscato alla mafia di Cajello ha le caratteristiche idonee per rispondere a questa necessità perseguendo finalità di protezione sociale sempre più evidente e generando consistenti risparmi di spesa con la prevenzione o il contenimento dell’istituzionalizzazione dei nuclei interessati.
I beni confiscati alla mafia
Sono tanti gli esempi sul territorio di beni confiscati alla criminalità organizzata rinati attraverso progetti sociali. Il più virtuoso è la pizzeria Amicorum di Cassano Magnago gestita da ragazzi con la sindrome di Down, visitata lo scorso febbraio dal ministro per la disabilità, Alessandra Locatelli.
Si tratta di un’opportunità prevista per legge, secondo cui gli immobili sequestrati durante le numerose operazioni antimafia sono mantenuti al patrimonio dello Stato per finalità di giustizia, di ordine pubblico e di protezione civile o per finalità economiche, ma possono anche trasferiti agli enti locali per finalità istituzionali, sociali o economiche, con vincolo di reimpiego dei proventi per finalità sociali.