LAVENA PONTE TRESA – Incapace di intendere e volere, questa la conclusione della perizia psichiatrica che ha certificato il vizio totale di mente di un cittadino marocchino di 31 anni, ritenuto incapace di stare in giudizio e, quindi, assolto dal tribunale di Varese per totale incapacità. L’uomo, comunque, era stato riconosciuto socialmente pericoloso, e già da tempo si trova in una Rems, una struttura residenziale per l’esecuzione delle misure di sicurezza dove dovrà rimanere per almeno due anni con la periodica valutazione delle sue condizioni psichiche e della sua conseguente pericolosità sociale.
I fatti per i quale era a processo, con la grave accusa di tentato omicidio, risalgono ad agosto dello scorso anno. Il trentunenne girovagava a Laveno Ponte Tresa. Ad un certo punto in via Marconi, a pochissima distanza con il confine svizzero, era stato fermato da due agenti della Polizia di frontiera che gli avevano chiesto i documenti. Il controllo di routine, però si era trasformato in aggressione, perché il trentunenne, che non aveva documenti essendo irregolarmente sul territorio italiano,
aveva gettato in terra uno dei due agenti ed aveva estratto un coltello. A quel punto l’altro poliziotto aveva sparato con la pistola di ordinanza, ferendolo all’addome. In apertura del processo l’uomo aveva negato non soltanto l’aggressione, ma anche di essere stato ferito dal colpo sparato dal poliziotto e aveva manifestato segni di grave dissociazione. Nella struttura dove era rinchiuso l’uomo era stato ritenuto dal personale con problemi che rendevano impossibile qualunque comunicazione ed era stata quindi disposta la perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e volere e quella di partecipare coscientemente al giudizio a suo carico. La perizia stilata da esperti di psichiatria che lo hanno esaminato e valutato, ha concluso che il trentunenne è irreversibilmente incapace di intendere e quindi affetto da vizio totale di mente.