MILANO – I Pronto Soccorso della Lombardia stanno avviando specifici percorsi di presa in carico per le sintomatologie correlate all’emergenza caldo tramite l’attivazione di un apposito ‘codice Calore’ che garantisce l’accesso con attribuzione non inferiore al codice verde. Questa è una delle indicazioni che la Dg Welfare della Regione, come fa sapere l’assessore Guido Bertolaso, ha fornito alle Ats e Asst lombarde. La missiva regionale sottolinea inoltre che “l’assistenza domiciliare programmata non sarà soggetta ad autorizzazione da parte di Ats,
nei mesi di luglio e agosto, per i medici di medicina generale, che si invitano, insieme alle équipe di valutazione multidimensionale, a definire per i soggetti fragili, progetti individuali di cure domiciliare, anche in relazione alla emergenza caldo”. Alle Asst viene affidato il compito di sensibilizzare gli enti gestori dell’Assistenza Domiciliare Integrata a verificare, per i pazienti già in carico, la necessità di un aumento della frequenza delle visite domiciliari.
Areu: in Lombardia: nessun picco di chiamate al 118
In Lombardia “nonostante l’incremento delle temperature stagionali e l’aumento dei flussi turistici determinati dalla stagione estiva, a oggi non sono stati registrati picchi di attività in relazione al numero di chiamate giornaliere pervenute all’emergenza sanitaria (118) e al numero di interventi di soccorso sanitario effettuati sul territorio regionale per eventi classificati come “medico acuti”, la categoria dove sono compresi anche eventuali situazioni cliniche correlabili alle alte temperature (malori da caldo, colpi di calore)”. Lo fa sapere l’Areu sottolineando “un trend inferiore” nelle attività di soccorso sanitario preospedaliero rispetto all’andamento registrato lo scorso anno nello stesso periodo (1 giugno – 18 luglio). Rispetto alle condizioni meteo, le temperature stabilmente alte dello scorso anno sono diverse da quelle delle ultime settimane, nelle quali si sono alternate giornate molto calde a giornate con precipitazioni intense, accompagnate da un conseguente calo delle temperature. Questa alternanza di condizioni meteo non ha dato gli stessi esiti dello scorso anno, in quanto mitiga gli effetti delle prolungate esposizioni al caldo che, se superiori ai 3 giorni consecutivi, possono contribuire ad aggravare situazioni patologiche preesistenti determinando l’eventuale ricorso all’emergenza urgenza sanitaria.