MILANO – Una commessa dopo una discussione con la cliente le ha attivato una Fidelity card a nome di “Donzella svampita”. Dopo la segnalazione il Garante della privacy, ha sanzionato il datore di lavoro per 300 mila euro.
I fatti risalgono a 2 anni fa quando tra un’addetta dello store del gruppo Rinascente ed una cliente, nasce un battibecco. La donna lascia il negozio ma poco dopo le viene inviata via email la comunicazione che le è stata attivata una nuova fidelity card. la cliente però non aveva fatto richieste e scopre che la card è a nome di “Donzella Svampita”.
La donna decide di vederci chiaro e contatta il servizio clienti e le viene spiegato che la sua tessera fedeltà, attivata diversi anni prima, è stata annullata e sostituita con una carta nuova con nome e cognome modificati. La donna scrive al Garante della privacy per valutare eventuali profili di irregolarità nel trattamento dei suoi dati personali.
L’Authority presieduta da Pasquale Stanzione, attiva le procedure e apre l’istruttoria che si conclude in questi giorni con la sanzione per La Rinascente Spa che dovrà pagare 300 mila euro, a meno che non decida di risolvere la controversia entro 30 giorni pagando la metà dell’importo o che il provvedimento venga impugnato. La sanzione è una conseguenza del gesto di quella commessa perchè il procedimento specifico è stato archiviato e la dipendente ha avuto un procedimento disciplinare, ma ha fatto emergere un problema nella gestione dei dati personali che ha portato anche ad altri episodi come email relative ad ordini on line finite ad altri clienti.