GAZZADA Gazzada Schianno dice settecento volte “no” alla Pedemontana. Tante sono state finora le firme raccolte dal comitato cittadino, sorto già da qualche settimana, per contestare la nascita del nuovo tratto autostradale, almeno per come è stato proposto fino a oggi. Un progetto che porterebbe all’esproprio e all’abbattimento di una decina di case in via Carducci oltre al peggioramento delle condizioni di vita di molte altre famiglie residenti nella zone limitrofe, in particolare in via Cesare Battisti e lungo la Gallaratese.
Il comitato cittadino vorrebbe fosse ripreso in mano quel vecchio progetto che prevedeva la realizzazione di questo tratto di strada in galleria, da qui il nome della petizione “Pedemntana fatti sotto”. «Si eviterebbe – dice il portavoce del comitato cittadino, Giovanni Barbieri – un inutile saliscendi, non si andrebbe a espropriare nessun terreno e nessuna abitazione,si salvaguarderebbe il verde della collina e il suo importante ruolo di cuscinetto incontaminato tra i centri abitati di Castronno e di Gazzada.
Il flusso di veicoli in uscita verrebbe dirottato direttamente sulla A8, senza gravare sulla viabilità ordinaria. In questo modo lungo la Sp57 si registrerebbe anche una riduzione del traffico di almeno il 70%. A nostro avviso – aggiunge Barbieri – l’abbattimento di dieci abitazioni e il peggioramento della qualità della vita di tutti quegli abitanti, e non sono pochi, delle prime fasce che si troveranno poi a ridosso della Pedemontana, sono aspetti da soppesare con molto rispetto».
Tra gli abitanti della zona c’è rabbia e amarezza. «Mi è arrivata una lettera – dice Gianfranco Marino, uno dei residenti di via Carducci – nella quale si diceva che entro il 2010 avrei dovuto abbandonare la mia casa perché mi sarebbe stata espropriata. Così su due piedi senza alcuna spiegazione. Vivo in questa casa con i miei genitori anziani da almeno trent’anni, sono affezionato alla zona e non intendo andarmene per alcun motivo. Perché dovrei lasciare questa casa, costruita dopo tanti anni di sacrificio per andare altrove. Con i soldi che ci darà lo Stato, al massimo potrei trovare un piccolo appartamento. Dopo anni di lavoro abbiamo realizzato una villetta su due piani di cento metri quadrati». Di andarsene, Gianfranco non ha la minima idea: «Il mio – spiega il residente – è un discorso soprattutto affettivo, qui sono cresciuto e non me ne voglio andare. Dopo aver ricevuto quella lettera i miei genitori, anche loro molto legati a questa terra, si sono sentiti male».
Tanta amarezza anche nelle parole di chi, pur non perdendo casa, si ritroverà a due passi dalla Pedemontana. E’ il caso della famiglia Gilli, residente proprio all’incrocio tra via Carducci e via Battisti: «Avremmo voluto vendere casa ma ormai – si chiedono – chi ce la compra?. Il valore di mercato è stato deprezzato. Ma l’aspetto più preoccupante è essere confinanti con questa strada a otto corsie. Il livello di inquinamento acustico sarebbe elevatissimo, vivere in questa zona diventerebbe impossibile».
Pino Vaccaro
b.melazzini
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