VARESE – Nel Rapporto Invalsi 2022 emerge un quadro preoccupante del livello di scolarizzazione degli studenti lombardi e delle differenze tra ceti sociali. “Dall’analisi risulta che 4 ragazzi su 10 non hanno un adeguato livello di conoscenze in matematica e italiano, con le percentuali più preoccupanti tra gli studenti di istituti tecnici e professionali”, ragiona Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd, dati alla mano.
“Oggi, la domanda che dobbiamo porci è: come forma i giovani il sistema scolastico in Lombardia? È sufficiente quello che offre? Regione può intervenire per gli istituti di sua competenza? E poi c’è l’altro grande aspetto, emerso solo dopo gli eventi degli ultimi tre anni: che incidenza ha avuto in tutto questo la pandemia da Covid? Basti pensare che i test non sono stati fatti per tutto il 2020, considerato che gli studenti erano in Dad”, aggiunge il consigliere Pd.
Ma c’è un dato ancora più inaspettato che si evince da questo studio: “In base all’indicatore dello status sociale, economico e culturale delle famiglie gli studenti considerati eccellenti sono il 20,5 per cento tra coloro che provengono da famiglie con favore socio-economico, quindi di un certo livello di benessere, si scende all’8,4 per cento tra coloro che provengono da nuclei famigliari con svantaggio socio-economico. Percentuale del solo 2,7 per cento tra coloro di cui non si conosce il background di provenienza – fa sapere Astuti –. Questo significa che la scuola non funge più da ascensore sociale. A questo punto torna la domanda: cosa si può fare e come possiamo aiutare studenti e studentesse?”.
Tra l’altro, si nota una “ridotta presenza di studenti di istituti tecnici e professionali tra coloro considerati “eccellenti”, a fronte di larghissime quote di allievi che raggiungono risultati del tutto inadeguati rispetto ai traguardi attesi al termine del secondo ciclo d’istruzione – dice il consigliere dem – nonostante le criticità presenti nel sistema lombardo questa regione è in grado di sostenere le eccellenze infatti vi sono un cospicuo numero di studenti che raggiungono delle ottime performance. E le regioni con minore fragilità scolastica sono anche quelle con una maggiore capacità di sostenere le eccellenze, tra queste una delle più performanti è proprio la Lombardia”.
Il consigliere dem mette sul piatto delle proposte concrete: “Le scuole dovrebbero essere uno strumento capace di diminuire le diseguaglianze sociali e per questo serve un sostegno attivo alle famiglie che sono più in difficoltà e che può partire dalle risorse di Regione Lombardia. Inoltre, bisogna ripensare la pausa estiva dei ragazzi, proponendo attività extrascolastiche a supporto del percorso educativo-sociale e culturale, una pausa estiva che troppo spesso per le famiglie diventa un malus comportando problematiche di organizzazione oltre che un’implicita perdita di competenze dello studente. Infine, le scuole possono rimanere aperte anche al pomeriggio con attività che possano aiutare gli studenti, non solo quelli con fragilità”.