VARESE – Ridurre la quantità di rifiuti, aumentare la percentuale di raccolta differenziata, riciclare e riusare, tutelare l’ambiente creando allo stesso tempo opportunità economiche e sociali, assicurare maggior decoro e legalità: sono tanti gli obiettivi che l’assessorato a tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare del Comune di Varese vuole raggiungere con la nuova modalità operativa del servizio di raccolta degli abiti e degli indumenti usati ai quali verrà data nuova vita. E lo fa affidandosi ad una filiera che propone un modello di consumo eco-sostenibile con l’obiettivo di trasformare gli abiti usati in progetti solidali e lavoro per fasce deboli di popolazione.
Si tratta di rete RIUSE, una rete di cooperative sociali promosse da diverse Caritas diocesane della Lombardia che concretizza “Dona Valore”, progetto grazie al quale gli abiti usati si trasformano in nuova occupazione e sostegno a progetti sociali sul territorio. Una sfida che anche Varese ha deciso di raccogliere: dal 1° gennaio tutti i cassonetti su suolo pubblico della città saranno targati rete RIUSE. In particolare due sono le cooperative della rete coinvolte: ABAD, che si occupa di inserimento lavorativo di persone svantaggiate appartenenti a categorie protette e che gestirà 35 cassonetti e VESTI SOLIDALE,
cooperativa sociale specializzata nei servizi ambientali, che ne gestirà altri 20. Le cooperative si occuperanno di posizionamento, mantenimento del decoro, svuotamento, selezione degli abiti da destinare ai negozi second hand, riciclo dei tessili non più recuperabili. L’Amministrazione ha inoltre deciso di affidare il servizio a rete RIUSE perché l’operatore offre garanzie di affidabilità ed è in possesso di tutte le certificazioni richieste dalla normativa. La rete RIUSE tra l’altro è l’unico ente italiano ad aver ottenuto il marchio etico Solid’R, riconoscimento europeo per imprese dell’economia sociale e solidale attive nel recupero e riciclo di abiti usati.
“La raccolta degli indumenti e la gestione e cura dei cassonetti è solo l’inizio del viaggio che i vestiti usati compiono per trasformarsi in nuovo valore per la società e le comunità del territorio – spiega Nicoletta San Martino, assessore alla tutela ambientale, sostenibilità sociale ed economia circolare del Comune di Varese – Vista la scadenza delle attuali concessioni e l’obiettivo di maggior decoro, abbiamo ripensato il servizio con un approccio differente in una logica di rete e di sussidiarietà che integra tutti gli aspetti della sostenibilità. Sono i criteri che ci hanno guidato, insieme ad Impresa Sangalli, nella scelta della rete RIUSE al cui fianco abbiamo costruito il nuovo modello di servizio che, oltre a non gravare economicamente sui cittadini, trasformerà in valore sociale, ambientale ed economico quello che fino a ieri era solo un rifiuto. La chiave di tutto sarà la collaborazione tra Amministrazione, operatori e cittadini che sicuramente faranno la loro parte utilizzando in modo responsabile i cassonetti, rendendosi partecipi di un progetto che, oltre a combattere lo spreco e a tutelare l’ambiente, contribuisce ad essere vicini ai più fragili della nostra città.”
“Rete RIUSE, grazie ai proventi generati dalla filiera del riuso, sarà in grado di sostenere diversi progetti sociali sul territorio. I capi donati dai cittadini, grazie a un’attenta filiera si trasformano quindi in ricavi utili a sostenere progetti di solidarietà e sviluppo – dichiara Roberto Molinari, assessore ai servizi sociali del Comune di Varese – Il contratto di rete prevede inoltre che ogni cooperativa incaricata della raccolta indumenti usati investa parte dei proventi per la creazione di nuova occupazione attraverso lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali oppure nell’ampliamento o miglioramento di quelle già gestite. I progetti permettono di offrire opportunità di lavoro sul territorio, anche per persone svantaggiate e in difficoltà che, attraverso il lavoro, escono da percorsi di assistenza recuperando dignità ed autonomia”.
“La sfida che ci presentano l’economia circolare e la responsabilità estesa del produttore, anche sul tema dei rifiuti tessili, sono uno stimolo a trovare soluzioni innovative che consentano alle imprese sociali di mantenere e rilanciare gli obiettivi raggiunti in tema di inclusione, vicinanza al territorio e rispetto della normativa. Rete RIUSE, rappresentata nel Comune di Varese da ABAD-Servizi e Lavoro Cooperativa Sociale Onlus e Vesti Solidale-Società Cooperativa Sociale Onlus, mette a disposizione la propria esperienza, iniziata nel 1998, per la gestione del rifiuto tessile, grazie al quale creare un nuovo valore” dichiara Giuseppe Finocchiaro, responsabile tecnico Rete RIUSE.
“La Caritas varesina collabora già da anni con le cooperative del Consorzio Farsi Prossimo, promosso dalla Caritas Ambrosiana – dichiara Don Marco Casale, responsabile della Caritas per il decanato di Varese e presidente della cooperativa San Luigi del Consorzio Farsi Prossimo – Grazie anche ai fondi generati dal progetto RIUSE sono già stati realizzati progetti di valore sociale nel territorio di Varese, in particolare Casa San Carlo, un progetto per l’accoglienza di uomini in emergenza dimora.”. “Colgo questa occasione per fare un appello a tutti i cittadini – conclude Don Marco – Portate i vostri abiti usati nei cassonetti della rete RIUSE, perché in questo modo sarete sicuri che i fondi generati grazie agli indumenti che donate vengano utilizzati per progetti sociali nel territorio di Varese”.