CITTIGLIO – Entro maggio dovrebbe essere depositato il ricorso in appello contro la sentenza di primo grado che ha condannato a 23 anni di carcere Evaristo Scalco, il maestro d’ascia della Valcuvia che il 2 novembre 2022 ha ucciso, con un colpo di freccia, in vico Mele, nel centro storico di Genova, il 41enne Javier Alfredo Miranda Romero.
Secondo i giudici è stato un omicidio per futili motivi ma non per odio razziale. Una sentenza che soddisfa parzialmente gli avvocati difensori di Scalco, tornato già ieri nella sua casa di Cittiglio, dove è detenuto ai domiciliari. “Ci aveva spiazzato la richiesta di ergastolo (da parte del sostituto procuratore Arianna Ciavattini, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ndr), un pena esagerata per un uomo dalla vita pregressa assolutamente limpida e normale, incensurato a 65 anni. Ha avuto sicuramente un momento di blackout che certo dovrà pagarlo caro”, spiega all’Adnkronos l’avvocato Jacopo Pensa, che insieme al collega Federico Papa, difende Evaristo Scalco.
“Premesso ciò, il pm ha fatto una requisitoria durissima ma è stata contrastata dalla difesa che ha sempre sostenuto l’involontarietà dell’evento morte”, aggiunge Pensa a giudizio del quale è stato applicato un criterio “accettabile” per una sentenza di primo grado che ha concesso a Scalco le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dei futili motivi. Quindi “siamo parzialmente soddisfatti ma sicuri di dover proseguire nella tesi difensiva della mancanza di volontà omicida. Che sarà il tema dell’appello”. L’appello dunque è scontato, tra 90 giorni sarà depositata la sentenza della Corte di Assise di Genova, dopodiché a difesa si attiverà per il secondo atto.