Scout in biciin Terra Santa

Un’esperienza indimenticabile, che ha reso più unito il gruppo degli scout di Caravaggio, pellegrini in bicicletta in Terra Santa. Hanno ripercorso quest’estate, in bicicletta, le orme di San Paolo, i 18 scout del gruppo Agesci di Caravaggio, tra i 17 e i 20 anni, accompagnati da quattro capi e da don Alberto Maffeis, assistente Agesci della diocesi di Bergamo. In dieci giorni hanno percorso oltre 400 chilometri per raggiungere Gerusalemme da Damasco.

I ragazzi impegnati nell’avventura sono stati Matteo Francesco Bacchetta, Francesco Battistoni, Maria Battistoni, Sofia Bizzarri, Arianna Braccia, Davide Brigatti, Andrea Carobbio, Enrico Paolo Carollo, Loris Foletti, Alessandro Grippa, Alessandro Manzoni, Roberta Virginia Mascaretti, Giulia Molinai, Carlotta Pessina, Gianluca Rizza, Gianandrea Rizzi, Felicita Maria Stringhi e Sara Valimberti. Sono stati accompagnati dai capi scout Barbara Denti, Alberto Guerrerio, Davide Vendramin e Michele Parigi, oltre che da don Alberto.

«Con le nostre forze siamo riusciti a compiere tutto il percorso ed è stato il coronamento della preparazione – spiega Loris Foletti –. I nostri sforzi sono stati ripagati. I rapporti e il dialogo tra noi sono cresciuti: abbiamo conosciuto le varie realtà di quei Paesi e soprattutto gli abitanti di quelle terre. Abbiamo avuto ospitalità anche dove non ci aspettavamo: la loro accoglienza e il loro porsi verso gli altri mi hanno molto colpito. Un giorno,

per esempio, ci siamo fermati per fare rifornimento d’acqua in un negozio, dove però di acqua non ce n’era: è così spuntata un’anziana che ci ha regalato dei gelati». «Il momento più emozionante è stato l’arrivo a Gerusalemme, la tappa finale – prosegue Maria Battistoni –. Avevamo accumulato la fatica di molti giorni: partiti da Betlemme, alla dogana non abbiamo avuto alcun problema e, a un certo punto, abbiamo visto le mura della città. Ci siamo messi a pedalare velocissimi finché, a un certo punto, ci siamo trovati all’interno di Gerusalemme e ci siamo messi a saltare e a urlare per la gioia. Tutti ci guardavano in modo strano: è stata un’emozione fortissima. Ci siamo accorti che avevamo realizzato il nostro sogno: da Damasco a Gerusalemme in bici».

I genitori erano aggiornati in tempo reale attraverso il blog del gruppo. «I chilometri sono stati in tutto 460 – sottolinea Matteo Bacchetta –: abbiamo avuto varie difficoltà tecniche, con due o tre forature al giorno e anche bici distrutte. L’acqua non è mai mancata, anche se nel deserto non è mai abbastanza. È stata un’esperienza da rifare. Per una volta abbiamo provato a essere dalla parte dello straniero: capisci tante cose». Conclude Alberto Guerrerio, uno dei capi del gruppo: «Grazie a questa esperienza abbiamo superato alcuni pregiudizi su quelle culture. Ci ha colpito soprattutto l’altruismo: appena sostavamo, subito la gente si fermava a chiederci se ci serviva aiuto».

fa.tinaglia

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