Germania: Spd divisa su alleanze post-voto, scontro coi sindacati


Berlino, 16 set. (Apcom)
– A meno di due settimane dal voto il partito socialdemocratico tedesco si divide sulla questione delle alleanze post-voto. Tema quanto mai delicato, che il candidato cancelliere Spd Frank-Walter Steinmeier aveva provato a tenere fuori dalla sua campagna elettorale. Non a caso: dopo il voto del 27 settembre la Spd vorrebbe restare al governo. Ma con chi? Finora il partito socialdemocratico ha escluso a più riprese una riedizione della Grande coalizione con la Cdu del cancelliere Angela Merkel.

A rimescolare le carte, però, ci ha pensato ora Peer Steinbrueck, che oltre a ricoprire l’incarico di ministro federale delle Finanze è anche vice presidente nazionale della Spd. Una nuova Grande coalizione “non sarebbe una sventura”, ha spiegato, aggiungendo che tra Cdu e Spd ci sono “più che mai delle affinità”. Parole che hanno sollevato un polverone, costringendo i vertici del partito socialdemocratico a correre ai ripari per non confondere un elettorato che già si lascia mobilitare con difficoltà, come s’è visto in occasione delle ultime europee.

“Non punto a continuare la Grande coalizione”, ha spiegato Steinmeier al quotidiano Reutlinger General-Anzeiger. Un governo tra i due più grandi partiti tedeschi “dovrebbe restare un’eccezione” e nel 2005 venne creato “perché non c’erano alternative”, ha chiarito. Stesso messaggio anche dal leader del partito Franz Muentefering: dopo il 27 settembre, ha detto Muentefering alla Augsburger Allgemeine, la Spd vuole una coalizione con i Verdi e i liberali della Fdp. Quello che Muentefering non ha aggiunto: da tempo la Fpd ha puntato le sue carte sulla Cdu. Una scelta strategica che riduce ulteriormente le opzioni in mano a Steinmeier, il quale ha già escluso un’alleanza a livello nazionale col partito di estrema sinistra Die Linke.

Per non parlare poi del fatto che lo stesso Steinmeier punta spesso il dito contro la Fdp, presentandola come l’incarnazione della mentalità neoliberale che ha portato all’attuale crisi. A mostrare in modo fin troppo evidente le contraddizioni del ministro degli Esteri ci ha pensato domenica sera Angela Merkel, nel corso dell’unico dibattito televisivo tra i due prima del voto: “Herr Steinmeier, Lei da un lato presenta una coalizione tra noi e la Fdp come uno spauracchio, dall’altro però vorrebbe creare una coalizione coi liberali. La gente questo non lo capisce”.

A confermare che la Spd non chiude del tutto la porta a una nuova Grosse Koalition ci ha pensato oggi il capogruppo parlamentare Peter Struck. La riedizione di un governo tra Spd e Cdu “non è esclusa”, i partiti che ne fanno parte “hanno minimizzato i loro risultati, ma hanno fatto molto, specie in questa situazione eccezionale di crisi”, ha detto Struck alla Welt. Salvo poi aggiungere: “le grandi coalizioni dovrebbero restare sempre l’eccezione”.

Sulla Spd, intanto, cade un’altra tegola. Nel suo nuovo numero il giornale del partito socialdemocratico, ‘vorwaerts’, pubblica le citazioni di venti persone famose sotto il titolo “Votare quello giusto!”. Tra i sostenitori “reclutati” c’è anche il leader della confederazione sindacale Dgb, Michael Sommer, che mette in guardia da una coalizione “giallo-nera”, cioè tra Fdp e Cdu. Il problema: le citazioni non erano né autorizzate, né riferite esplicitamente a Steinmeier. E Sommer l’ha voluto mettere in chiaro con un apposito comunicato: “in

‘vorwaerts’ si dà l’impressione che il mio avvertimento contro una coalizione giallo-nera sia un appoggio diretto a Frank-Walter Steinmeier e alla Spd, ma ciò è falso” la mia citazione “non era un suggerimento di voto per un partito o un candidato”, ha spiegato Sommer. “Lo ripeto: la Dgb e il suo presidente sono e restano politicamente indipendenti, non invitiamo né indirettamente, né direttamente a votare un partito”, ha aggiunto, spiegando che il sindacato ha “duramente protestato” contro la direzione di ‘vorwaerts’.

Aal

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