MALNATE – Non si diradano le nubi sopra il municipio di Malnate, dentro il quale la situazione resta burrascosa per l’attuale maggioranza. Divisioni in entrambi gli schieramenti, di centrodestra e centrosinistra, dipingono una situazione caotica ma curiosa da osservare per le dinamiche che si sono venute a creare. Litigi, divisioni e mancanza di prospettive future caratterizzano la dialettica politica dei vari partiti sulla scelta di alleanze e candidati sindaco.
A sinistra
Irene Bellifemine, attuale Sindaco, si ricandiderà, ma solo con l’appoggio della lista civica di Malnate Sostenibile. Il Partito Democratico e la lista civica “Insieme” di Maria Croci infatti non la sosterranno. Al suo posto, Pd e Insieme candidano Nadia Cannito, attuale assessore di Bellifemine e persona molto gradita all’elettorato di centrosinistra malnatese nonché al deus ex machina Samuele Astuti, già sindaco di Malnate per due mandati e ora consigliere regionale dem. La Cannito è stata presentata pubblicamente settimana scorsa, alla presenza dei big del Pd varesino: oltre a Samuele Astuti anche il Senatore Alessandro Alfieri e il sindaco di Varese Davide Galimberti hanno voluto esserci.
Situazione paradossale quindi in Municipio, con l’attuale maggioranza che vive una condizione di “separati in casa” proprio negli ultimi mesi del mandato amministrativo. Le bordate tra ex alleati sono già partite, tra esponenti “sostenibili” e sostenitori della Cannito. Sarà una curiosa campagna elettorale a sinistra: chi si intesterà i meriti della giunta uscente? Chi avrà il coraggio di criticarne l’operato pur avendone fatto parte (e continuando a farne parte tutt’ora)? Pesano in particolare le polemiche sul nuovo polo civico, sulla scarsa manutenzione e sulla sicurezza, anche se dalla sua il Sindaco uscente può intestarsi l’impegno per l’avvio dell’iter del peduncolo. Riuscirà il centrosinistra diviso in due a mantenere la guida di Malnate? I dem caleranno tutti i loro assi per riuscire a vincere nonostante la rottura con gli alleati “sostenibili”, vedremo se l’elettorato progressista capirà.
A destra
Da parte sua il centrodestra, che potrebbe approfittare delle divisioni nel campo avversario in realtà è troppo impegnato a discutere sul nome del candidato sindaco. Veti incrociati, personalismi e diatribe tra i partiti hanno impedito finora che vi fosse un’indicazione chiara di chi sosterrà il centrodestra, anche se i nomi che circolano sono noti a tutti: Sandro Damiani, Mario Barel, Paola Cassina. Quest’ultima godrebbe della simpatia di parte della Lega e di Fratelli d’Italia malnatese, ma non è piaciuta ai vertici provinciali la mossa – diciamo da elefante in una cristalleria – di dichiarare la sua uscita dalla Lega per poi proporsi il minuto dopo come civica. Per questo sarebbe fuori dai giochi del centrodestra, ed è probabile che alla fine possa decidere di correre da sola, in polemica con tutti e decidendo di pesare il suo consenso in vista di un ballottaggio.
Fratelli d’Italia si trova invece nella paradossale situazione di avere un candidato di bandiera – l’avvocato Sandro Damiani – ma non gradito dal circolo locale, che preferirebbe proprio la Cassina; i vertici provinciali di FdI si trovano in evidente imbarazzo per spingere la sua candidatura poiché potrebbe scontentare gli esponenti cittadini. Pesa anche il fatto di essere stato già sindaco di Malnate nella non positiva esperienza 2007-2010 (il Comune venne commissariato per dissidi interni alla sua maggioranza).
Mario Barel è il terzo nome papabile. Buttato nella mischia da Malnate Ideale, compagine locale di Lombardia Ideale, il suo nome non ha raccolto adesioni entusiastiche dai partiti, i quali sono per l’appunto arroccati nello scontro Damiani – Cassina, ma avrebbe molto consenso in città grazie alla sua professione di medico e al suo ruolo di presidente della poderosa associazione Pre Njmegen. Anche lui, secondo le voci, potrebbe correre da solo e sparigliare le carte di tutto il centrodestra.
In tutto questo Forza Italia starebbe alla finestra a guardare, pronta ad appoggiare qualsiasi scelta purchè presa da tutta la coalizione, nel solco dell’unità del centrodestra. Unità che però sembra vacillare, a fronte di un’occasione ghiotta che però i partiti non sembrano cogliere.