E se a Solbiate Olona l’8 e il 9 giugno corresse una sola lista?
Dopo il ritiro annunciato dall’ex sindaco Luigi Melis della Voce Solbiatese l’ipotesi inizia ad essere concreta, anche se per ora si tratta solo di un’ipotesi.
Vediamo allora cosa accadrebbe in caso di vittoria a tavolino, in attesa dell’annuncio del candidato numero uno e degli aspiranti consiglieri da parte di Più Solbiate – vincitrice delle elezioni amministrative di cinque anni fa con il sindaco Roberto Saporiti – e di eventuali altre liste.
Una vittoria probabile, ma non scontata, secondo le normative vigenti.
Le disposizioni urgenti per le consultazioni elettorali dell’anno 2024 chiariscono così:
“Limitatamente all’anno 2024, per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, in deroga a quanto previsto dalle disposizioni di cui all’articolo 71, comma 10, del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, ove sia stata ammessa e votata una sola lista, sono eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, purché essa abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 per cento dei votanti e il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune.
Qualora non siano raggiunte tali percentuali, l’elezione è nulla. Per la determinazione del numero degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune non si tiene conto degli elettori iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) che non abbiano esercitato il diritto di voto.”
Dunque: almeno il 40% degli elettori deve recarsi alle urne. Poi, la lista deve prendere un numero di voti validi non inferiore alla quota del 50% degli elettori.
Alle elezioni amministrative del 2019, Saporiti e Più Solbiate hanno vinto con il 55,24% contro Voce Solbiatese e Samantha Caprioli. L’affluenza alle urne è stata del 68,45%. Su 4.609 elettori, 3.155 si sono recati alle urne.
Due anni fa, per le politiche, cosa era successo? Ancora il 68% di votanti.
Passano due anni e le cifre cambiano. Per le regionali del febbraio 2023, l’affluenza alle urne scende al 40,08%. Si tocca, insomma, il quorum. Stiamo parlando di elezioni più lontane dai cittadini rispetto a quelle locali. Va anche considerato che si era candidato un personaggio cittadino, Luigi Melis, e l’effetto si vede dal fatto che il suo partito, Fratelli d’Italia, è primo, al 34,85%. Ma questo è un problema comune a queste elezioni. Prendiamo la vicina Olgiate, che ha un’affluenza del 40,49%. Varese si distingue superando il tetto del 42%, Busto Arsizio, invece, viaggia sotto il 39%.
Con le elezioni locali i numeri dovrebbero tornare a crescere, perché appunto i candidati sono più conosciuti e si toccano i temi del paese.
Cosa accadrebbe, dunque, se non si raggiungesse il quorum del 40%? L’elezione è nulla. La lista vincente dovrà prevalere con almeno il 50% dei voti validi.
I solbiatesi devono quindi sapere che non solo non è inutile esercitare il proprio diritto di voto, ma anzi, non recandosi alle urne rischiano di vedere annullate le elezioni.