VARESE – I ponti di primavera spingono gli italiani alla scoperta dei piccoli borghi, che, secondo i dati dell’indagine congiunta realizzata da Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e Ismea, rappresentano insieme alle città d’arte le prime scelte di viaggio, con qualche distinzione sulla base della fascia d’età e dell’area geografica di appartenenza. ”L’eccezionalità del ponte lungo spinge gli italiani a viaggiare e scoprire i piccoli borghi, territori ricchi di fascino e storia, meno affollati e al contempo più accessibili economicamente,
oltre che alle classiche città d’arte”, afferma Roberta Garibaldi (professore di Tourism Management presso l’Università degli studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse). ”Il paesaggio rurale si conferma essere fra le esperienze più desiderate, un driver che deve e può essere valorizzato per creare valore economico, sociale e culturale per le aree interne. È auspicabile ripensare i modelli di sviluppo, dai trasporti alle figure professionali che lavorano sul territorio, ma anche la necessità di organizzare il sistema. I dati ci confermano le differenze generazionali, che devono spingere destinazioni e operatori a segmentare e personalizzare sempre più l’offerta”. La buona notizia è che, nonostante le avversità legate al meteo e alla situazione geopolitica alquanto complicata, circa 14 milioni di italiani (due su tre considerando chi ha già fatto un viaggio negli ultimi tre anni) è partito per i ponti di primavera: di questi, il 56% per 2-3 giorni di vacanza, il 23% soltanto per un giorno e senza pernottamento, il 17% per una settimana intera e il 4% anche oltre i sette giorni di break lavorativo. In sostanza, soltanto il 33% non aveva intenzione di muoversi da casa. Quanto al budget a disposizione per la vacanza di fine aprile e inizio maggio, rispetto allo stesso periodo del 2023, è invariato per il 54%, leggermente superiore per il 21% e molto superiore per il 5% degli intervistati.
L’Italia rimane la meta più gettonata, pochi si sono diretti all’estero (meno del 13%). Tra le destinazioni, le città d’arte e i piccoli borghi svettano in classifica, davanti alle località di mare, con un buon risultato anche per le località rurali. A seguire troviamo, nell’ordine, le località di collina, di montagna e di lago. Al Sud, per esempio, l’appeal del mare è superiore di ben 6 punti percentuali alla media. Tra i più giovani, invece, l’appeal dei borghi e delle città d’arte non ha eguali, mentre il mare regna incontrastato tra le scelte della fascia 35-44 anni. L’attività enogastronomica preferita dal turista in primavera è il godimento del paesaggio rurale (30%), a conferma di una tendenza europea che si è rafforzato dopo la pandemia e della necessità di interrompere la routine lavorativa con un’esperienza di immersione nella natura lontani dal caos. A seguire troviamo le esperienze di degustazione nei ristoranti, che sono particolarmente apprezzate dai giovani di età compresa tra i 25 e 34 anni, e la partecipazione a eventi enogastronomici, i rappresentanti della Gen Z sono più propensi a esperienze insolite, come le Spa a tema vino e olio o le esperienze attive. L’auto rimane il mezzo prediletto nei ponti (63%), seguito a grande distanza da treno (17%), con i più giovani (18-34) che si mostrano maggiormente propensi verso modalità alternative al mezzo privato