Un recente studio condotto dai ricercatori della Pediatria e della Microbiologia presso la Fondazione Policlinico Gemelli Irccs, in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, e pubblicato sul prestigioso giornale scientifico ‘Lancet Microbe’, ha gettato luce sui recenti aumenti dei casi di infezione da streptococco nel 2023. Il Professor Maurizio Sanguinetti, docente ordinario di Microbiologia presso l’Università Cattolica, ha offerto importanti spiegazioni riguardo a questa tendenza.
Durante il periodo compreso tra il 2020 e il 2022, anni dominati dalla pandemia, è emersa una netta riduzione dei casi di infezione da streptococco. Tuttavia, con la graduale rimozione delle restrizioni e delle misure protettive nel corso del 2023, si è assistito a una ripresa significativa dei casi. Ciò ha destato particolare interesse poiché, a differenza degli anni precedenti, i bambini più colpiti sono stati quelli di età pre-scolare, compresa tra i 3 e i 6 anni.
Un’ipotesi formulata dagli studiosi è che il prolungato periodo trascorso a casa durante la pandemia abbia potenzialmente influenzato lo sviluppo dell’immunità nei confronti dell’infezione da streptococco in questa fascia di età. La ridotta esposizione a virus e batteri esterni potrebbe aver compromesso il normale sviluppo del sistema immunitario nei bambini più piccoli, rendendoli più suscettibili alle infezioni una volta esposti a un ambiente più ampio, come quello scolastico o sociale.
Questi risultati sottolineano l’importanza di un’attenta valutazione delle politiche pubbliche e delle strategie di salute pubblica, specialmente nei confronti delle popolazioni più vulnerabili come i bambini in età pre-scolare. Il monitoraggio costante delle tendenze epidemiologiche e l’implementazione di interventi mirati potrebbero contribuire a mitigare il rischio di aumenti futuri dei casi di infezione da streptococco e altre patologie simili.