La notizia dello scippo del cellulare del cantante Fabio Rovazzi a Milano durante una diretta Instagram ha fatto il giro dei media, suscitando indignazione e preoccupazione in molti.
«Ho pensato ad un’idea divertente di marketing da utilizzare per lanciare in maniera inusuale l’uscita del mio brano con Il Pagante, non ho considerato che questo potesse creare un cortocircuito mediatico così ampio.» ha confessato l’artista.
L’intera performance era una messa in scena per promuovere il suo ultimo singolo, “Maranza”, frutto della collaborazione con Il Pagante. “Maranza”, è stata definita da Rovazzi come una fotografia vivida e dissacrante del tipico stile di vita milanese, con tutti i suoi cliché e le sue contraddizioni. Lenti a specchio, borselli a tracolla, orologi costosi e tute acetate diventano protagonisti di un racconto musicale che cattura l’essenza stessa di una cultura in continua evoluzione. Questo brano, con il suo campionamento dell’iconica hit dance degli anni ’90 “Think about the way”, offre uno sguardo ironico sullo stile di vita milanese, con uno sguardo critico sulle ossessioni materialistiche.
A molti però la trovata che Rovazzi pensava essere “geniale” non è piaciuta affatto. Il cantante è stato infatti accusato di aver agito in modo irresponsabile, di aver giocato con le emozioni e le preoccupazioni della gente, causando ansia e disagio per una mossa di marketing. Sebbene si possa apprezzare la creatività dell’artista nel cercare nuovi modi di promuovere la propria musica, ci si domanda anche: in che misura è accettabile sacrificare l’empatia verso gli altri pur di ottenere visibilità?
In un’epoca in cui la visibilità sui social media è tutto, Fabio Rovazzi sfrutta ogni strumento a sua disposizione per far parlare di sé e della sua arte. E se questo significa mettere in scena un “finto furto” per promuovere una canzone, allora tanto meglio. Perché alla fine, ciò che conta veramente è l’impatto che si ha sul pubblico, e su questo fronte, Rovazzi ha sicuramente fatto centro.
Ma altrettanto sicuramente, Rovazzi non ha considerato le possibili conseguenze della sua trovata, che ha potenzialmente alimentato un’inutile allarme sociale e conseguenti speculazioni politiche, gettando un falsa ombra di paura sulla città di Milano. «Alla politica non avevo pensato.» risponde il cantante alle critiche, dimostrando un totale disinteresse per le implicazioni sociali e politiche delle sue azioni.
Mentre si apprezza l’arte e la creatività, è fondamentale che gli artisti considerino le conseguenze delle proprie azioni sulla società e sul pubblico.