L’euro torna a guadagnare terreno sul franco svizzero, avvicinandosi “pericolosamente” al pareggio. Lunedì 20 maggio, all’apertura dei mercati monetari, la quotazione ha raggiunto 0,99 franchi per un euro, un valore che non si vedeva da tempo.
Un rialzo significativo rispetto a solo un mese fa, quando un euro valeva 0,96 franchi. Ancora più marcato il confronto con la fine del 2023, quando l’euro era sceso a 0,93 franchi.
Questa impennata dell’euro ha conseguenze negative per i frontalieri che lavorano in Svizzera e ricevono lo stipendio in franchi. Con un euro che vale di più, il loro stipendio, convertito in euro, perde potere d’acquisto.
Le ragioni del rialzo dell’euro sono diverse. Tra i principali fattori figurano:
- L’allentamento della politica monetaria da parte della Banca Centrale Europea (BCE): la BCE ha annunciato un rallentamento degli acquisti di titoli, facendo salire le aspettative sui tassi d’interesse futuri e rendendo l’euro più attraente per gli investitori.
- L’aumento dell’inflazione in Europa: l’inflazione nell’area euro è in crescita, il che spinge gli investitori a cercare valute rifugio come l’euro.
- L’incertezza economica globale: la guerra in Ucraina e le tensioni geopolitiche stanno creando incertezza sui mercati finanziari, favorendo le valute considerate più sicure come l’euro.
Il rialzo dell’euro è una buona notizia per l’economia europea in generale, ma rappresenta un duro colpo per i frontalieri. È importante che i governi e le organizzazioni sindacali prendano in considerazione questa situazione e attuino misure per sostenere i frontalieri e compensare l’impatto negativo del cambio valutario.