VERBANIA – Ivan Errichiello, il rivenditore di orologi di lusso noto sui social come Ivan Szydlik, è stato arrestato all’alba dai militari della guardia di finanza di Verbania al termine di un’indagine della procura di Milano coordinata dal pm Carlo Scalas, che nei suoi confronti ipotizza i reati di truffa aggravata, autoriciclaggio e abusivismo finanziario per oltre un milione di euro. Errichiello è stato portato a San Vittore. Arrestato anche il suo braccio destro, in carcere a Verbania.
La misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Errichiello, domiciliato in Svizzera, è stata disposta dal gip del tribunale di Milano Alessandra Di Fazio ed eseguita nel capoluogo lombardo. L’attività di indagine, avviata dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Verbania, ha tratto origine dall’analisi e dallo sviluppo di molteplici segnalazioni di operazioni sospette in materia di riciclaggio e di delitti contro il patrimonio. Le attività illecite sarebbero state compiute sia in Italia sia all’estero, in Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Belgio, Germania e Inghilterra.
Stando a quanto ricostruito, Errichiello commetteva truffe aggravate da oltre un decennio e, in questo modo, era riuscito ad accumulare ingenti risorse finanziarie che gli consentivano di ostentare, anche sui social network, un altissimo tenore di vita. Parte della disponibilità veniva reinvestiva nell’acquisto di beni di extralusso, ad esempio orologi Rolex e auto Lamborghini, un’altra parte nella costituzione di società sia italiane sia estere. Società che, stando alle indagini, di fatto erano scatole vuote ma di cui (avvalendosi di soggetti terzi, persone in difficoltà economiche) cedeva quote, riuscendo in questo modo a reperire ulteriore disponibilità finanziaria. In alcuni casi, promuoveva la vendita di orologi di lusso (brand come Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet), senza tuttavia consegnarli agli acquirenti. Complessivamente, i proventi illeciti ammontano a circa un milione di euro.
L’indagine ha permesso inoltre di accertare che Errichiello, dopo aver costituito una apposita società in Repubblica Slovacca e creato un dedicato sito internet, aveva ideato e realizzato, attraverso la creazione di un proprio token di criptovaluta, una vera e propria attività, del tutto abusiva, di offerta al pubblico di prodotti finanziari, attraverso la promozione e il collocamento a distanza di valuta virtuale.