CATANIA – Domani, mercoledì 19, a partire dalle 10, i sindacalisti della FP Cgil allestiranno un banchetto di informazione al blocco F2 dell’ospedale Cannizzaro per avviare la campagna “Stop! Alle aggressioni al personale sanitario e socio- sanitario”. L’iniziativa parte dal nosocomio di via Messina a seguito dell’ennesima, gravissima aggressione ai danni di medici e operatori sanitari di domenica scorsa. Nel frattempo saranno raccolte anche le firme per i quattro quesiti referendari popolari.
Serve più personale
La Funzione pubblica Cgil ribadisce che “per assicurare cure attente e senza attese, è necessario aumentare il personale. Ma anche puntare a migliorare le condizioni di sicurezza per chi lavora”, e nel vademecum che verrà consegnato agli operatori, viene spiegato passo dopo passo, come affrontare una probabile aggressione. Ad intervenire a seguito del violento attacco di un paziente psichiatrico a danno di due dottoresse, avvenuto domenica scorsa, sono Concetta La Rosa, segretaria generale FP CGIL, Antonio Spampinato, segretario aziendale FP dei medici del Cannizzaro, e Carmelo Calvagna, segretario FP Cgil medici di Catania.
I presidi delle forze dell’ordine
“Servono presìdi fissi delle forze dell’Ordine con protocolli chiari di intervento- spiegano- gli operatori devono anche trovarsi in condizione di essere maggiormente protetti, potendo magari usufruire di apparecchi elettronici per chiamate di aiuto e di un sistema di video sorveglianza per ambienti più sicuri. Ma anche l’assistenza legale contro la violenza al lavoro è sempre più necessari. Chi ci cura va difeso”.
Il caso di domenica
Il grave episodio di domenica scorsa all’ospedale Cannizzaro non è purtroppo un caso isolato. La FP Cgil segnala che negli ultimi 5 anni, l’INAIL ha registrato oltre 12 mila casi di infortunio sul lavoro legati a violenze, aggressioni e minacce, con una media di circa 2.500 incidenti all’anno, di cui il 75% riguarda donne, su tutto il territorio nazionale. Medici, infermieri e operatori sono particolarmente a rischio. Sono loro ad essere per moltissime ora al giorno a contatto diretto con i pazienti più diversi tra loro e gestire situazioni emotivamente molto delicate”.