La riqualificazione dell’ex Aermacchi è in forse? Dubbi legittimi emergono dal commento pubblicato su Facebook da Paolo Orrigoni ieri, giovedì 20 giugno, poco dopo le 18.
“Dopo anni che non scrivo nulla su Facebook, oggi faccio una dovuta eccezione. Condivido un pensiero triste. Lavori anni per cercare di costruire un progetto super interessante e moderno per recuperare un’area degradata della città, volendo realizzare una struttura sportiva UNICA da donare a un’associazione cittadina, ottieni anche una prima approvazione e quindi inizi a bonificare e demolire e intanto fai domanda per il permesso di costruire.” “Dopo 6 mesi di assoluto silenzio (vedete le date di protocollo iniziali) – prosegue – arriva la risposta: abbiamo scherzato, non ci piace quello che volete fare. Alla fine ce la fanno sempre a farti cambiare idea. Ci prendiamo il weekend per pensarci, poi vedremo se l’ex Aermacchi a Varese rimarrà un ammasso di macerie o meno.“
Il messaggio dell’imprenditore è accompagnato da una foto dell’intestazione della comunicazione ricevuta dalla Soprintendenza delle Belle Arti.
Lunedì mattina alle 8:30 è previsto un incontro a Palazzo Estense, al termine del quale si spera di avere un quadro più chiaro della situazione.
La proprietà ha già lavorato sei mesi nel cantiere di via Sanvito, rispettando gli accordi presi con il Comune. Sono stati rimossi una tonnellata e mezzo di amianto e rilasciata una fideiussione da oltre 7 milioni di euro. Non è chiaro perché sia stato contestato un progetto già approvato, anche se con riserva.
Si ipotizza che il problema a cui fa riferimento Orrigoni sia relativo alla prevista riduzione delle superfici del progetto, con un taglio ai metri quadrati destinati agli spazi della palestra. Ciò complicherebbe non poco le cose, e c’è già chi punta il dito contro il Comune che, pare, non sarebbe affatto immune da responsabilità.