Un grave caso di abuso è stato portato alla luce a Busto Arsizio, dove un medico di base è stato condannato a cinque anni di reclusione per molestie sessuali. L’uomo, arrestato lo scorso novembre, è stato incriminato per due episodi distinti di abuso sessuale su pazienti che si erano rivolte a lui per motivi medici. Il giudice per le udienze preliminari, Piera Bossi, ha emesso la sentenza dopo che i due casi sono stati riuniti in un unico processo, optando per il rito abbreviato che ha comportato uno sconto di un terzo sulla pena.
L’inizio delle indagini e l’arresto
Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dal pubblico ministero Martina Melita, hanno svelato la gravità delle azioni del medico. Il primo episodio risale allo scorso ottobre, quando una paziente sudamericana, incinta di otto mesi, si è recata all’ambulatorio del medico per ottenere un certificato di malattia. La donna, accompagnata dalla figlia del suo compagno di soli otto anni, è stata accolta con una richiesta discutibile: lasciare la bambina fuori dallo studio, poiché sprovvista di mascherina.
Una volta entrata, la donna ha descritto al medico dei dolori addominali che l’avevano portata a consultare un ginecologo pochi giorni prima. Il medico, con la scusa di escludere anomalie cliniche, le ha chiesto di scoprirsi per un controllo. La paziente, rivelando solo le parti essenziali, è stata vittima di molestie quando il medico, superando ogni limite professionale, ha iniziato a toccarla nelle parti intime mentre proferiva volgarità. Nonostante le proteste della donna, il medico ha continuato, fotografandola poi con il telefonino mentre si rivestiva. Durante una perquisizione successiva, gli inquirenti hanno trovato sul suo telefono 2.852 immagini di nudità, di cui 52 ritraevano pazienti nel suo studio.
La scoperta del secondo caso
Oltre a questo episodio, il medico era già sotto processo per un’altra accusa di molestie. Nel marzo del 2022, una giovane donna si era rivolta a lui per problemi respiratori. Durante la visita, ha menzionato anche problemi intestinali, che il medico ha sfruttato come pretesto per un esame non richiesto delle parti intime, cogliendo l’opportunità per abusare della paziente.
Tentativi di influenzare le vittime
Durante il periodo di detenzione agli arresti domiciliari, il medico ha contattato la paziente sudamericana e altre vittime, cercando di convincerle a non parlare o a ritrattare le loro dichiarazioni. Questo comportamento ha portato il giudice a ordinare la sua detenzione in carcere il 31 dicembre, aggravando la misura cautelare.
Prossimi sviluppi giudiziari
Intanto, un altro medico di base è sotto processo per accuse simili, con la prossima udienza prevista per marzo. Questo caso sottolinea l’importanza di una vigilanza rigorosa e di misure severe contro i professionisti della salute che abusano della loro posizione di fiducia.
La sentenza del giudice Bossi è vista come una vittoria per le vittime, che hanno trovato il coraggio di denunciare, e un monito per chiunque pensi di poter sfruttare la propria posizione per commettere abusi. I difensori del medico condannato stanno valutando la possibilità di presentare un ricorso in appello, ma nel frattempo l’uomo resta detenuto a Pavia, in attesa di ulteriori sviluppi.