ROMA – Abbiamo un abbassamento dell’età del primo approccio della popolazione giovanile alla droga. Secondo i dati del 2023 quasi 960mila giovani tra i 15 e i 19 anni (il 39% della popolazione studentesca, 4 studenti su dieci) hanno assunto nella loro vita almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale e oltre 680mila (più di un quarto della popolazione studentesca) lo hanno fatto nel corso dell’ultimo anno”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, alla conferenza sulla relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024.
“Due quinti dei genitori sul consumo di cannabinoidi – ha aggiunto – hanno un atteggiamento di tolleranza e la metà ritiene che il consumo di alcol e cannabinoidi deve essere contestualizzato prima di essere giudicato. I genitori non sono i giudici dei loro figli, qui il giudizio è sull’uso della sostanze. Bisogna lavorare molto per fare aumentare la consapevolezza”.
“Dal 2016 al 2023, per quanto riguarda i derivati della cannabis, cioè quello stupefacente che continua a essere erroneamente e in modo assolutamente antiscientifico a essere qualificato come ‘leggero’, vedono la percentuale media di principio attivo passare da un 7.4% al 29%”, ha spiegato Mantovano. “Quando ho iniziato a fare il magistrato, la percentuale media di principio attivo si aggirava intorno all’1-1,5% – ha detto -. Oggi siamo al 29%. La cannabis naturalmente non va oltre il 3% di principio attivo, e si arriva a percentuali molto più alte attraverso questa ogm che nessuna associazione ambientalista prende di mira”.