MILANO – Oggi al Palazzo di Giustizia di Milano nove donne stanno ricostruendo, davanti al gip Cristian Mariani, gli abusi che avrebbero subito da un medico di guardia accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di giovani pazienti e a carico del quale, tra novembre e marzo scorso, sono state eseguite due ordinanze, l’ultima di arresti domiciliari nell’inchiesta della polizia giudiziaria e del pm milanese Alessia Menegazzo.
L’incidente probatorio, davanti al giudice, serve a cristallizzare le dichiarazioni delle vittime – nove in totale quelle accertate nell’inchiesta, con atti trasmessi anche da Lodi a Milano – in vista del processo. Il medico, 41 anni, residente a Varese e che lavorava tra Lodi e Milano, oltre a rispondere di falso per aver alterato dei certificati, avrebbe abusato delle donne che si presentavano con sintomi influenzali, pressione alta, tachicardia, dolori all’addome. Con il pretesto di visitarle, stando alle indagini, avrebbe commesso le violenze, “utilizzando metodi fraudolenti e repentini – aveva scritto il gip di Milano – per superare la loro resistenza”.
I casi erano saliti da quattro, dopo il primo arresto, a sette, tra ottobre 2022 e autunno 2023, e poi a nove con altre denunce. Negli atti il medico veniva definito “un violentatore seriale privo di freni inibitori”. Si era ipotizzato che avesse già “agito” durante il Covid, in tre diversi ambulatori del servizio di continuità assistenziale di San Giuliano Milanese, San Donato Milanese e Milano e in un caso presso l’abitazione di una delle giovani. Il medico, tra l’altro, per una vicenda simile era già stato portato a processo due anni fa e poi assolto con rito abbreviato.
Tra i legali di parte civile, che assistono le vittime, ci sono gli avvocati Patrizio Nicolò, Andrea Prudenzano e Giorgio Conti.