Brughetto, 29 maggio 1176. Ovvero quando la Lega Lombarda le suonò alle truppe imperiali di Federico I di Hohenstaufen (vale a dire il Barbarossa). Mentre nelle sale cinematografiche il film di Renzo Martinelli “Barbarossa” ha il merito di riaprire una pagina di storia misconosciuta dai più, gli storici – veri – cercano di distinguere la verità dalla leggenda metropolitana attorno alla battaglia di Legnano. A cominciare dal luogo in cui avvenne lo scontro tra i Comuni e il Barbarossa: Legnano, come vuole la versione ufficiale, o Borsano, secondo quella ufficiosa?
Ci sono non pochi elementi a sostegno della seconda tesi. «Se la storia tenesse in maggior conto la geografia, sarebbe tutto più chiaro», commenta l’architetto Augusto Spada, appassionato studioso di storia locale, che ha riprodotto una mappa della topografia medievale evidenziando le strade e i confini amministrativi dell’epoca. «Il Barbarossa – spiega Spada – voleva portare l’esercito da Como a Pavia, città a lui fedeli, senza passare dalla ribelle Milano. La notte tra il 28 e il 29 maggio si fermò al monastero delle Benedettine di Cairate.
Il giorno dopo si portò a Busto, con l’intenzione di proseguire per Borsano e percorrere la “strata de Corbeta” fino ad Abbiategrasso». Ma c’è di più: il primo e più attendibile cronista della battaglia di Legnano è Sire Raul, che parla dello scontro nella cronaca nota come “Gesta Federici I Imperatoris in Lombardia”: l’opera colloca la battaglia “inter Broxanum et Bustum”. Tra Borsano e Busto c’era proprio la cascina Brughetto. Ultima prova è la vox populi: da sempre i borsanesi sono convinti che la battaglia di Legnano (collocata dai legnanesi in zona Flora, al confine con Borsano) si sia svolta da loro. E le famiglie più vecchie raccontano di aver rinvenuto nelle campagne vicino a casa spade, elmi e altre armi.