Anche quest’estate, durante il consueto giro di boa, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto del Po ha aggiornato le sue analisi, confermando uno scenario conforme alle aspettative primaverili, con alcune variazioni al rialzo. Finora, l’estate meteorologica si è caratterizzata per un’umidità elevata e temperature in linea con la media storica, ma con picchi oltre i 37° nel nord Italia, mai raggiunti negli ultimi anni. Le precipitazioni sono state abbondanti, intense e, in alcuni casi, distruttive, causando frane alluvionali nei rilievi alpini.
Le piogge frequenti sono state una costante, simile alla primavera. Da marzo a metà luglio, molte località del Distretto hanno registrato record pluviometrici storici. Tuttavia, la Romagna, colpita dall’alluvione del 2023, ha riscontrato apporti pluviometrici leggermente inferiori alla media nel 2024.
I fiumi del Distretto, grazie anche allo scioglimento del manto nevoso abbondante all’inizio della stagione, mantengono deflussi mensili elevati. Il fiume Po, alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro, ha registrato portate medie mensili massime nei mesi di marzo e giugno (3.174 e 2.926 m3/s rispettivamente) e valori vicini ai massimi in aprile e maggio. Questa situazione è opposta a quella del 2022, quando il Po aveva la portata media giornaliera più bassa di sempre (114 m3/s).
I livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici: Lago di Garda al 90%, Lago Maggiore al 102,3%, Lago d’Iseo al 95,7%, Lago d’Idro al 51,1% e Lago di Como al 71%. Tuttavia, l’intensità locale dei fenomeni ha causato numerosi danni, come a Cervinia e Cogne in Valle d’Aosta.
Questo inizio 2024, anomalo dal punto di vista delle precipitazioni, rientra nelle previsioni dei cambiamenti climatici in atto. L’Osservatorio permanente e l’Autorità di Bacino Distrettuale collaborano per fornire dati approfonditi, consultabili sul portale istituzionale.
Francesco Tornatore, responsabile dell’Osservatorio permanente e dirigente dell’Autorità di Bacino Distrettuale, ha sottolineato che il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico. Questo comporta un alto grado di indeterminatezza previsionale e un aumento degli eventi idrometeorologici estremi. Tornatore evidenzia la necessità di adattare il modello di gestione del territorio alle nuove condizioni ambientali, per conciliare la variabilità dei fenomeni meteorologici estremi con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali.