Il ritrovamento di Giuseppina Bardelli, l’88enne dispersa per quattro giorni nelle montagne della Forcora, è stato un autentico miracolo. Il figlio maggiore, Roberto Crugnola, ha raccontato di come l’abbiano trovata all’ultimo tentativo, quando ormai non avevano quasi più speranze. Con il fratello Sergio, Roberto si è precipitato all’ospedale di Circolo di Varese per riabbracciare la madre, incredulo di fronte a quella che sembrava una salvezza impossibile.
Un racconto che lascia senza parole
Giuseppina, nonostante l’età, è una donna forte e amante della montagna, cresciuta tra i sentieri e i rifugi del Cai. Durante quei quattro giorni di smarrimento, la donna ha messo in pratica tutte le conoscenze acquisite nel corso degli anni. Ha dormito su un letto di felci sotto un faggio, a pancia in giù, perché sapeva che quella posizione in montagna può evitare molti pericoli. La sua passione per la montagna e la sua esperienza l’hanno guidata in quelle difficili circostanze. Anche in un momento così critico, Giuseppina ha mostrato il suo spirito resiliente.
Una forza fisica e mentale straordinaria
Giuseppina non è una persona comune: la sua tempra è invidiabile, tanto che il Soccorso Alpino ha espresso l’intenzione di studiarla per capire come una donna di 88 anni sia riuscita a sopravvivere in quelle condizioni. È riuscita a mantenere la lucidità e ha usato tutta la sua forza per salvarsi. Anche durante le prime fasi delle ricerche, era chiaro che Giuseppina fosse ancora in buona forma fisica, nonostante l’età avanzata. Quando finalmente è stata trovata, ha risposto a tutte le domande dei soccorritori senza esitazioni, dimostrando una mente lucida e un’incredibile forza interiore.
L’imprevisto in montagna
La vicenda ha inizio mercoledì scorso, quando Giuseppina e il figlio minore sono partiti dalla loro casa al Villaggio Fratelli d’Italia di Gurone per una gita in montagna, sulla Forcora, alla ricerca di funghi. Conoscendo bene la zona, si sono separati lungo un sentiero con l’intenzione di ritrovarsi più tardi al parcheggio. Ma Giuseppina non è mai tornata. La sua prolungata assenza ha scatenato un’angoscia crescente, portando i figli a richiedere immediatamente l’intervento dei soccorsi.
Il lieto fine che sembrava impossibile
Le operazioni di ricerca, che si sono rivelate complesse e intense, hanno coinvolto un vasto dispiegamento di uomini e mezzi, compresi elicotteri e tecnologie avanzate come il GPS. Purtroppo, Giuseppina non aveva con sé il cellulare, ma in quel punto specifico della montagna non ci sarebbe stata comunque copertura. Nonostante tutte le difficoltà, alla fine, un colpo di fortuna ha permesso ai soccorritori di trovarla viva. In questa occasione, la sorte ha regalato un finale felice, che sembrava ormai impossibile, portando un enorme sollievo e gioia a tutta la famiglia.