A partire dal 1° settembre, entra in vigore in tutta Italia il Codice Identificativo Nazionale (CIN) per gli affitti brevi, segnando la fine della fase sperimentale. Questa nuova normativa introduce regole più stringenti per oltre 500mila locazioni, con l’obiettivo di monitorare e regolamentare il mercato degli affitti brevi e delle locazioni turistiche.
Cosa Sono gli Affitti Brevi e Chi Deve Richiedere il CIN?
Gli affitti brevi sono contratti di locazione di durata inferiore a 30 giorni, che non richiedono obbligo di registrazione. Secondo la nuova legge, chi affitta più di quattro immobili per periodi brevi deve avere una partita IVA e segnalare l’inizio dell’attività tramite la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Il CIN è obbligatorio per tutti coloro che offrono in affitto interi appartamenti o singole stanze per periodi brevi o per finalità turistiche.
Come Funziona il Codice Identificativo Nazionale (CIN)?
Il CIN è stato introdotto per censire e monitorare le unità immobiliari affittate per scopi turistici, prevenendo l’abusivismo nel settore. Il codice deve essere richiesto al Ministero del Turismo attraverso la piattaforma BDSR, accessibile tramite identità digitale SPID o CIE. Dopo l’autenticazione, è possibile seguire una procedura guidata per ottenere il codice, che sarà inviato via email. Il CIN deve essere visibile in tutti gli annunci di affitto breve o turistico, inclusi quelli su piattaforme come Airbnb e Booking.
Quali Sono i Requisiti per Ottenere il CIN?
Per ottenere il CIN, l’immobile deve essere affittato per un periodo non superiore a 30 giorni e deve rispettare specifici requisiti di sicurezza, tra cui la presenza di dispositivi per la rilevazione di gas e monossido di carbonio, e di estintori portatili. Gli immobili affittati in modalità imprenditoriale devono inoltre rispettare i requisiti di sicurezza degli impianti secondo la normativa vigente.
Sanzioni e Controlli per Chi Non Rispetta le Nuove Regole
Le nuove regole prevedono tolleranza zero verso l’abusivismo: a partire da dicembre 2025, le sanzioni per chi non rispetta le nuove disposizioni saranno molto severe. Chi pubblicizza affitti brevi senza CIN rischia multe fino a 5.000 euro, mentre chi affitta senza codice può essere multato fino a 8.000 euro. Inoltre, le piattaforme online come Airbnb e Booking si sono impegnate a rimuovere gli annunci privi di CIN.
Quando Partono le Verifiche?
Le verifiche sono già iniziate. La Corte dei Conti ha avviato controlli sperimentali incrociando i dati del sistema “Alloggiati Web” del Ministero dell’Interno con le dichiarazioni fiscali e le informazioni delle piattaforme di intermediazione. Sono state già individuate liste di contribuenti a rischio e le verifiche potrebbero presto intensificarsi.