La protesta contro il cantiere per la nuova scuola di via Curtatone a Gallarate ha raggiunto una risonanza nazionale, attirando l’attenzione delle telecamere di Canale 5. Nella mattinata di ieri, 3 settembre, la trasmissione “Mattino 5” ha inviato una squadra di giornalisti sul posto per documentare il presidio che ormai da un mese vede coinvolti gli ambientalisti della zona. Il focus del programma si è concentrato in particolare sul gruppo di donne che, da sabato scorso, ha scelto un modo originale per esprimere il proprio dissenso: lavorare all’uncinetto proprio davanti ai cancelli del cantiere.
«È un modo per attenuare la tensione», ha dichiarato una delle manifestanti durante l’intervista in diretta. Con le loro mani impegnate in un’attività apparentemente tranquilla, le donne vogliono trasmettere un messaggio di pacifica resistenza. Ma dietro i fili e i colori del loro lavoro, si cela una forte critica verso le scelte urbanistiche del Comune. «Ben vengano le innovazioni», ha aggiunto la portavoce del gruppo, «ma se dismettono le scuole sarebbe opportuno costruire in zone già compromesse. È scontato che i progetti nuovi possano offrire opportunità migliori, ma è il contesto che è importante, non solo la nuova scuola».
Il presidio di via Curtatone, che ha ormai varcato i confini locali, prosegue da un mese, e negli ultimi giorni la tensione attorno ad esso è andata crescendo. Sabato scorso, la situazione si è ulteriormente surriscaldata con l’arrivo del Reparto Mobile delle forze dell’ordine, chiamato a presidiare l’area in risposta all’escalation della protesta.
La vicenda ha suscitato anche l’interesse della politica nazionale. Oggi pomeriggio è infatti attesa la visita a Gallarate del parlamentare di Europa Verde, Devis Dori, che già in passato ha sollevato la questione in Parlamento, presentando un’interrogazione sull’operato del Comune. La sua presenza in città potrebbe preludere alla presentazione di una seconda interrogazione, sottolineando la gravità che la situazione ha assunto a livello nazionale.
La protesta, iniziata come una semplice manifestazione locale, si è quindi trasformata in un caso di interesse pubblico, attirando l’attenzione non solo dei media nazionali ma anche delle istituzioni. Le manifestanti, con il loro originale modo di fare opposizione, sembrano decise a non mollare, continuando a richiamare l’attenzione sulle problematiche legate al nuovo cantiere. In questo scenario, la visita del parlamentare Dori potrebbe rappresentare un ulteriore tassello in una vicenda che si annuncia ancora lunga e complessa.
In attesa di nuovi sviluppi, la città di Gallarate si trova sotto i riflettori, con i cittadini divisi tra coloro che sostengono il progetto della nuova scuola e quelli che, invece, chiedono un ripensamento delle scelte urbanistiche, ponendo al centro dell’attenzione il rispetto per il contesto ambientale e sociale in cui vivono.