Abusi su un bambinoOperaio condannato

GAZZADA SCHIANNO Trascorreva lunghi pomeriggi a casa della sua compagna di scuola, e mamma e papà non avevano nulla di che sospettare quando portavano il proprio figlioletto di otto anni dal padre (separato) di lei, dove i due bambini giocavano insieme, guardavano la televisione, facevano i compiti, si sfidavano ai videogiochi. Una normale amicizia nata sui banchi di scuola: e peraltro, che cosa pensare di male?
Il dubbio si è insinuato quando il piccolo, un ragazzino sveglio,

una sera è tornato dalla casa dell’amichetta ed ha cominciato a comportarsi in modo inusuale, mostrando, poveretto, un grave senso di colpa. Ma per cosa? Sono bastate poche domande, e i genitori hanno capito. E lui, rassicurato da mamma e papà, ha raccontato tutto: di come quel giorno l’aveva accolto il padre dell’amichetta, delle attenzioni premurose, anzi, morbose, che aveva per lui; dell’eccessiva confidenza che aveva mostrato nei suoi confronti, al punto che aveva allungato le mani per vezzeggiarlo, anzi di più, per carezzarlo nelle parti intime. Insomma, qualcosa di grave era accaduto quel pomeriggio, ed era necessario intervenire in fretta.

Peraltro, alcune escoriazioni proprio lì hanno fornito un riscontro immediato alle sue parole. Così è partita la denuncia contro quell’uomo da parte dei genitori, che si sono rivolti ad un legale, l’avvocato Gianmarco Beraldo. L’episodio, che non ha avuto altri seguiti, come è stato accertato dall’inchiesta che ne è scaturita, è avvenuto un paio di anni fa. Nel frattempo però la famiglia, proprio a causa di questa storiaccia, si è spostata in un altro paese. Venerdì mattina in tribunale a Varese la vicenda ha avuto uno sbocco giudiziario, con la condanna in primo grado a quattro anni e 10 mesi di un operaio per il reato di violenza sessuale su minori. Incensurato e difeso dagli avvocati Rosalba Saitta e Mario Fontana, l’uomo ha scelto il rito abbreviato, circostanza che gli ha consentito uno sconto di pena di un terzo, rispetto alla pena edittale di sette anni e mezzo. Il pm Massimo Politi aveva chiesto una condanna a sette anni. Il giudice Giuseppe Battarino ha riconosciuto anche una provvisionale immediatamente esecutiva a titolo di risarcimento a favore del piccolo di 25mila euro, rinviando però alla sede civile l’esatta quantificazione. L’imputato, fanno sapere i suoi legali, valuterà se proporre appello non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza.

b.melazzini

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