Una recente comunicazione inviata da Stellantis ai suoi dipendenti ha sollevato polemiche e sconcerto. L’azienda ha infatti inviato una mail promozionale a una parte dei lavoratori, inclusi quelli attualmente in cassa integrazione, invitandoli ad acquistare una Maserati con sconti esclusivi riservati al personale. La notizia ha subito generato forti reazioni, sia all’interno dell’azienda che nel mondo sindacale, che ha definito l’iniziativa “inopportuna” e “insensibile” considerando la difficile situazione economica di molti lavoratori.
L’invito all’acquisto di veicoli di lusso da parte di dipendenti che stanno affrontando una riduzione del reddito è stato percepito come un gesto fuori luogo e insensibile alle difficoltà economiche che molti stanno affrontando. Maserati, noto marchio del lusso del gruppo Stellantis, produce vetture con prezzi che partono da oltre 80.000 euro e che possono superare facilmente i 150.000 euro, ben oltre la portata della maggior parte dei lavoratori in cassa integrazione.
La reazione dei sindacati è stata immediata e decisa. Fiom-Cgil e altre sigle sindacali hanno criticato duramente l’iniziativa, definendola come una dimostrazione di mancanza di attenzione verso le difficoltà dei lavoratori. “È assurdo invitare i dipendenti, molti dei quali si trovano in una situazione economica delicata, a comprare auto di lusso,” ha dichiarato un rappresentante sindacale. “Questa comunicazione dimostra una totale disconnessione tra la dirigenza aziendale e la realtà quotidiana dei lavoratori.”
I sindacati hanno chiesto all’azienda di mostrare maggiore sensibilità verso i dipendenti che, a causa della cassa integrazione, stanno vivendo un momento di difficoltà economica. Hanno anche sottolineato che l’invio di queste mail, in un momento in cui l’incertezza lavorativa è alta, potrebbe danneggiare ulteriormente il rapporto di fiducia tra azienda e lavoratori.
Di fronte alla crescente polemica, Stellantis non ha ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale, ma fonti vicine all’azienda hanno fatto sapere che la mail faceva parte di una campagna promozionale rivolta a tutti i dipendenti e che l’inclusione dei lavoratori in cassa integrazione sarebbe stata un errore di sistema. Secondo queste fonti, non era nelle intenzioni dell’azienda offendere i dipendenti o mancare di rispetto alla loro situazione economica, e si starebbe valutando come correggere l’accaduto.