Nelle notti tra agosto e settembre, l’alpe Corte Vecchio, sopra Trontano, è stata teatro di inquietanti episodi che hanno sconvolto gli allevatori locali. Un’allevatrice di Beura, ha raccontato di essersi trovata faccia a faccia con un orso che si aggirava nei dintorni dei suoi recinti, mettendo a rischio il bestiame. Il primo incontro risale alla notte tra il 9 e il 10 settembre, quando l’allevatrice ha notato movimenti sospetti tra i suoi animali e i cani da guardia si sono mostrati insolitamente nervosi. Dopo aver visto i suoi asini scappare dal recinto, ha avvistato la figura imponente dell’orso che si ergeva nel buio. Il giorno successivo, nonostante gli sforzi per recuperare gli animali, uno degli asini risultava scomparso.
Questo evento è solo l’ultimo di una serie di attacchi che hanno colpito la zona, alimentando la preoccupazione tra i pastori della valle. Già il 20 agosto, pochi giorni prima, si era verificato un altro episodio. Durante la notte, un operaio, mentre si trovava al pascolo con il bestiame, aveva notato strani comportamenti nei cani da guardia. Dopo aver sparato in aria per allontanare eventuali predatori, la situazione era sembrata calmarsi. Tuttavia, al mattino, si era scoperto che 13 pecore e 5 capre erano scomparse. Nonostante i tentativi di ritrovarle, la maggior parte degli animali è rimasta dispersa; solo una pecora e un agnellino sono stati ritrovati, entrambi sbranati.
Inizialmente si era pensato alla presenza di un lupo come responsabile degli attacchi. I forestali erano stati subito allertati e avevano raccolto tracce e sterco per condurre analisi approfondite. Tuttavia, l’avvistamento dell’orso poche settimane dopo ha fatto sorgere il sospetto che fosse stato proprio questo animale a causare la prima incursione.
Dopo l’avvistamento, i forestali sono stati nuovamente allertati. L’11 settembre, nuove tracce di sterco sono state trovate nell’area dell’incontro e sono attualmente oggetto di analisi. L’orso sembra essere stato avvistato anche da altre persone nella zona sopra Trontano, un’area particolarmente attrattiva per questi animali grazie alla presenza di miele e mirtilli, di cui l’orso è ghiotto.
La paura cresce tra gli allevatori della zona, che ora temono per la sicurezza del loro bestiame e per la propria. Gli avvistamenti dell’orso, sempre più frequenti, rendono la situazione complessa e delicata per chi vive e lavora in questi territori, dove la convivenza tra uomo e natura selvaggia sta diventando una sfida sempre più difficile da gestire.