L’Italia si allontana dalla maggioranza europea sul sostegno all’Ucraina 

Il Parlamento europeo approva l'uso di armi UE in Russia, con Mosca che avverte sul rischio di una guerra nucleare. Le delegazioni italiane si oppongono, evidenziando divisioni interne in Pd e Fi, mentre Zelensky incontrerà Biden e Harris il 26 settembre

La recente votazione dell’Eurocamera ha evidenziato le divisioni interne all’Italia riguardo all’uso delle armi fornite all’Ucraina. La plenaria di Strasburgo ha approvato un passaggio controverso della risoluzione, permettendo l’uso di armi contro obiettivi russi. Tuttavia, le delegazioni italiane si sono largamente espresse contro, con Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Verdi e Sinistra che hanno votato contro il paragrafo 8, che invita a revocare le restrizioni sull’uso delle armi.

Il voto degli europarlamentari italiani rispecchia la posizione del governo, come anticipato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Tuttavia, il sostegno generale all’Ucraina ha diviso ulteriormente le delegazioni: i Democratici, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno votato a favore, mentre Lega, M5S e Verdi si sono opposti.

L’Eurocamera ha preso un’iniziativa decisiva, approvando il paragrafo controverso con 377 voti favorevoli, mentre il testo finale di sostegno all’Ucraina ha ottenuto 425 voti a favore. Mosca ha reagito con durezza, avvertendo che tali richieste potrebbero portare a una guerra mondiale.

Questo voto arriva in un momento cruciale, alla vigilia del primo viaggio di Ursula von der Leyen a Kiev da presidente rieletta. Durante l’incontro si discuterà del supporto dell’UE alle infrastrutture energetiche ucraine, gravemente danneggiate. Il tema dell’uso delle armi in Russia è oggetto di discussione da settimane e ha trovato opposizione in diversi Stati membri, compresa l’Italia.

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen sembrano distanti sulle strategie da adottare, evidenziando le fratture all’interno dell’Europa sulla questione del sostegno a Kiev. La questione continuerà a essere centrale nei dibattiti europei, con i leader che cercano un approccio più unitario nel futuro.