Un’indagine della Guardia di Finanza ha portato alla denuncia di tre imprenditori nel Gallaratese, accusati di aver frodato lo Stato attraverso l’utilizzo improprio di crediti d’imposta destinati alle aziende “virtuose.” Nonostante avessero beneficiato di oltre 700 mila euro di sgravi fiscali tra il 2018 e il 2023, finanziati in parte dal PNRR, la società non ha mai realizzato le attività richieste dalle normative, come la Formazione 4.0, la Ricerca e Sviluppo, e l’acquisto di beni strumentali nuovi.
Le contestazioni e le verifiche
Durante i controlli, sono emerse gravi irregolarità. Nel caso della Ricerca e Sviluppo, l’azienda aveva inserito costi relativi a numerosi lavoratori addetti alla produzione, senza alcun legame con l’innovazione. Gli stessi lavoratori hanno negato di essere coinvolti in progetti di ricerca. Per quanto riguarda la Formazione 4.0, non è stata trovata alcuna documentazione che dimostrasse lo svolgimento delle attività dichiarate. Inoltre, i beni strumentali acquistati erano stati acquisiti prima dell’introduzione del beneficio fiscale, rendendo il credito d’imposta non spettante.
Utilizzo improprio di un finanziamento pubblico
L’indagine ha anche rilevato anomalie nell’uso di un finanziamento a fondo perduto per la partecipazione a fiere internazionali. Parte del denaro è stato trasferito sul conto personale del legale rappresentante, mentre una quota è stata spesa per acquisti non correlati all’attività aziendale, come generi alimentari.
Conseguenze legali e rimborso parziale
La Guardia di Finanza ha segnalato tutte le irregolarità all’Autorità Giudiziaria, che ha richiesto il rinvio a giudizio dei tre rappresentanti legali. Intanto, la società ha scelto di aderire al ravvedimento operoso speciale, versando circa 300 mila euro all’Erario come parziale rimborso per i crediti d’imposta non dovuti.