Nessun salvataggio per i lavoratori dell’Ilma Plastica di Gavirate dopo il fallimento

È stato confermato il fallimento della Ilma Plastica di Gavirate senza esercizio provvisorio né licenziamenti collettivi, suscitando preoccupazione tra i 140 lavoratori

È stato ufficializzato il fallimento della Ilma Plastica di Gavirate, senza predisporre un esercizio provvisorio e senza alcun licenziamento collettivo per il momento. La situazione ha generato preoccupazione tra i lavoratori, con Davide Maragna della Filctem Cgil di Varese che esprime rammarico per la mancata modifica della sentenza da parte della curatrice.

Senza la protezione della cassa integrazione, è probabile che molti dipendenti scelgano di dimettersi per giusta causa, rischiando di svuotare l’azienda delle proprie professionalità. I 140 lavoratori attualmente si trovano a dover affrontare bollette, mutui e spese quotidiane senza alcun reddito, in attesa di un licenziamento collettivo o di un acquirente per l’azienda. Per far fronte a questa difficile situazione, la Filctem Cgil ha assegnato due giovani funzionari per supportare i dipendenti nelle pratiche relative a Naspi e pensione.

Durante un’assemblea pubblica tenutasi il 23 settembre, il sindacato e l’ufficio vertenze della Cgil hanno risposto alle preoccupazioni dei lavoratori, che hanno ricevuto gli stipendi solo fino ad agosto e hanno chiesto chiarimenti sul pagamento dei salari residui per il periodo dal 1 al 19 settembre. Gli esperti hanno chiarito che la liquidazione giudiziaria rende impossibile richiedere tali somme.

La preoccupazione tra i dipendenti si è concentrata anche sull’indennità di preavviso in caso di nuove assunzioni o dimissioni volontarie. Si è spiegato che nel caso di dimissioni per giusta causa, i lavoratori potranno richiedere il pagamento del preavviso, ma ci sono numerosi vincoli legati al fallimento che rendono incerta la possibilità di ricevere tali somme.

Con la decisione della curatrice fallimentare di non avviare un esercizio provvisorio, i lavoratori devono ora decidere se rimanere o meno, mentre la Filctem Cgil continua a lottare per l’attivazione della cassa integrazione. Il sindacato consiglia ai lavoratori di resistere e di non chiudere i fondi pensione, per evitare la perdita di contributi. La situazione si complica ulteriormente con le nuove normative sul fallimento, che scaricano gran parte della responsabilità sulle spalle dei lavoratori, rendendo incerta la loro posizione.