VARESE – La Pallacanestro Varese si trova a fronteggiare un serio problema: le finanze della società rischiano di essere compromesse da multe piuttosto che da investimenti utili al rafforzamento della squadra. Dopo la trasferta a Brescia, il club è stato sanzionato con una multa di 3.000 euro a causa di «cori ispirati a discriminazione e odio territoriale e razziale», come riportato dal giudice sportivo.
La situazione si fa particolarmente complessa, dato che i cori incriminati non hanno nulla a che vedere con rivalità sportiva o di basket, ma affondano le radici negli scontri tra ultras di Inter e Napoli. Tali episodi sono emersi dopo la tragica morte di Dede Belardinelli, un noto esponente della Curva Nord varesina, legato agli ultras nerazzurri. Da quel momento, i tifosi varesini hanno scelto di dedicare cori contro Napoli e i napoletani in ogni partita, creando un ciclo di provocazioni che non sempre ha subito conseguenze, ma che in questa occasione ha portato a un danno economico per la società.
L’episodio di Brescia ha evidenziato la fragilità della situazione: mentre il pubblico locale ha fischiato i cori, la Pallacanestro Varese si è vista infliggere una sanzione pecuniaria. Questo non è un caso isolato; infatti, la società rischia di dover pagare ulteriori multe se non si interrompe questo comportamento da parte degli ultras. La responsabilità oggettiva della società comporta che anche quando gli incitamenti dei tifosi non sono sanzionati immediatamente, le conseguenze economiche ricadono sulla squadra.
Con i fondi sempre più ridotti e la necessità di investire in modo produttivo per migliorare la performance sul campo, la Pallacanestro Varese deve ora affrontare una questione delicata: come bilanciare il fervore del tifo con la sostenibilità economica del club.