La Guardia di Finanza di Gallarate ha denunciato Madalina Ioana Filip, conosciuta sui social come Mady Giò, per evasione fiscale. La content creator di 29 anni, originaria della Romania ma cresciuta in Italia tra Cassano Magnago e Busto Arsizio, avrebbe usufruito di un permesso B svizzero, riservato ai cosiddetti “super ricchi”, per risiedere a Stabio, in Ticino, e pagare meno tasse. Questo tipo di permesso offre una tassazione forfettaria molto vantaggiosa rispetto a quella italiana.
Il permesso B viene rilasciato alle persone benestanti che dispongono di un patrimonio o di redditi considerevoli. In Ticino, il minimo di spesa per accedere a tale regime fiscale è di 400.000 franchi per i cittadini dell’UE, mentre per i cittadini extra UE la soglia sale a 700.000 franchi. Mady Giò, ex barista, avrebbe trasferito la sua residenza in Svizzera nei primi mesi del 2022, proprio per approfittare di queste agevolazioni fiscali. Tuttavia, le indagini delle autorità fiscali italiane hanno successivamente respinto la sua richiesta, affermando che non vi erano le condizioni per riconoscere la sua residenza fiscale all’estero.
Dalle verifiche è emerso che quasi tutto della vita di Mady Giò riportava ancora in Italia: i legami affettivi, un conto corrente e il dominio web erano tutti situati nel Paese. Inoltre, la content creator aveva partecipato a numerose manifestazioni ed eventi in Italia, oltre ad aver preso parte a trasmissioni radiofoniche italiane.
Non sono passate inosservate alle Fiamme Gialle le sue dichiarazioni pubbliche, in cui da un lato affermava di aver sempre pagato regolarmente le tasse, ma dall’altro manifestava l’intenzione di eludere il fisco italiano. Le verifiche hanno rilevato che, in documenti ufficiali come la richiesta di cittadinanza italiana e la creazione di una società, Mady Giò aveva dichiarato di essere domiciliata in Italia.
Secondo gli investigatori, non sarebbe stato sufficiente cancellarsi dall’anagrafe italiana per sfuggire alla tassazione nazionale. La content creator avrebbe dovuto dimostrare di avere un’attività lavorativa continuativa all’estero o comunque una presenza stabile in Svizzera, cosa che non è stata in grado di fare. Inoltre, i contenuti prodotti da Mady Giò non risultavano autorizzati in Svizzera, e il regime fiscale scelto non era compatibile con una normale attività lavorativa.