CASTRONNO – Il comandante della Polizia Locale di Castronno, Danilo Dattilo, risponde alle polemiche sorte dopo l’annullamento della processione della Madonna del Rosario, sabato 12 ottobre. Il comandante difende il suo corpo, respingendo le accuse e chiarendo che la mancata scorta non può essere la causa dell’annullamento dell’evento religioso.
“Non è giusto infangare il nome della Polizia Locale in questo modo. Da questa vicenda si è data l’impressione che la nostra assenza abbia impedito lo svolgimento di una manifestazione molto sentita dai fedeli, ma la realtà è diversa. Noi abbiamo delle priorità operative che non possiamo ignorare. In caso di emergenze o interventi obbligatori, come incidenti stradali, pronto intervento o reati, siamo tenuti a rispondere immediatamente, anche a scapito di altri impegni. Scortare una processione non rientra tra i nostri obblighi. Se abbiamo la disponibilità di personale, siamo felici di farlo, ma non è un nostro dovere”.
Dattilo spiega che, nel caso specifico, la Polizia Locale di Castronno era stata avvisata dell’evento solo quattro giorni prima, e che le condizioni operative non consentivano di garantire la presenza.
”Il servizio non può essere svolto da un solo agente, servono almeno due persone armate. Quel sabato, un mio agente era in malattia e io avevo un giorno di ferie già approvato da tempo. Restava un solo agente in servizio, e non potevo mandarlo da solo per motivi di sicurezza. Per questo motivo, abbiamo suggerito di rivolgersi ai Carabinieri e alla Protezione Civile, che spesso collaborano in queste situazioni”.
Il comandante respinge con forza l’idea che la Polizia Locale sia indispensabile per lo svolgimento di una processione.
”Non c’è scritto in nessun regolamento che la processione debba essere scortata dalla Polizia Locale. Così come viene fatto in tanti altri comuni, moltissime si svolgono regolarmente senza la nostra presenza. Dire che la processione è saltata per colpa nostra è offensivo, oltre che non vero”.
Dattilo mette in luce anche un problema organizzativo, sottolineando come il parroco e gli organizzatori fossero stati avvisati per tempo della mancanza di agenti.
“Quando si è saputo che non saremmo stati disponibili, il parroco avrebbe potuto tranquillamente rivolgersi ai Carabinieri o alla Protezione Civile, come già accade di solito. Se ha deciso di non fare la processione, io non mi sento assolutamente responsabile. La processione poteva benissimo svolgersi anche senza di noi”.
Il comandante conclude con una riflessione sul proprio operato. “Da quando sono arrivato a Castronno, ho ricostruito un comando che era praticamente inesistente. Abbiamo fatto molto per la comunità, come il progetto delle telecamere per la sicurezza. Tuttavia, queste cose positive non vengono mai menzionate, e veniamo messi alla gogna per una sciocchezza di cui non siamo nemmeno responsabili. Mi sembra inverosimile che una decisione del genere possa essere presa solo per la nostra assenza”.
Anche secondo i sindacati, l’episodio non è altro che il riflesso di una crisi organizzativa più ampia che affligge il Comune di Castronno, e che richiede un deciso cambio di passo da parte dell’amministrazione. Se non si interverrà, avvertono Cgil e Cisl, situazioni simili si ripeteranno, ma non certo per colpa dei dipendenti comunali.
Il caso solleva questioni importanti sulla gestione delle risorse umane e sulla necessità di garantire una maggiore stabilità all’interno della macchina comunale. Mentre la comunità esprime disappunto per la processione saltata, appare chiaro che il problema va oltre la semplice assenza di agenti e tocca l’efficienza generale dell’amministrazione.