Sonnolenza diurna e apnee notturne: il progetto dell’ospedale di Gallarate tra i 10 migliori d’Italia

Lo studio trasversale ha indagato la persistenza della sonnolenza diurna al fine di proporre un percorso di gestione congiunta da parte dello pneumologo e del fisioterapista respiratorio.

Una Giuria Nazionale di Esperti ha selezionato il progetto “Management dell’EDS in pazienti OSA presso un centro multidisciplinare di Medicina del Sonno” proposto da un team multidisciplinare aziendale, composto da professionisti afferenti alle Unità Operative di Medicina e Recupero e Rieducazione Funzionale.

Le dottoresse Samuela Cattaneo, Simonetta Vernocchi e Marianna Messina (nella foto) hanno presenziato al Meeting di Premiazione, organizzato dall’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, tenutosi a Milano a inizio ottobre.

Lo studio trasversale ha indagato la persistenza della sonnolenza diurna nell’OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome) al fine di proporre un percorso di gestione congiunta da parte dello pneumologo e del fisioterapista respiratorio.

I pazienti arruolati, in carico al Centro dei Disturbi Respiratori del Sonno dell’Ospedale di Gallarate, hanno concluso titolazione di CPAP da gennaio 2023 a marzo 2024; 3 mesi dopo, è stata condotta un’intervista telefonica per valutare la sonnolenza residua con scala di Epworth.

Sono stati poi calcolati il numero medio di ore di utilizzo/notte e l’indice AHI durante un follow-up precoce, utile per risolvere i problemi legati all’interfaccia di ventilazione e, di conseguenza, per mantenere una migliore compliance e correggere l’ipersonnolenza.

Coloro che hanno registrato un punteggio ESS > 10 sono stati valutati tramite sistema di telemedicina domiciliare per 15 giorni per verificare l’effettiva quantità di ore di utilizzo per notte e l’indice AHI.

I medesimi dati sono stati rivalutati in ambulatorio a 30 giorni dalla conclusione del telemonitoraggio, assieme allo scarico dei tracciati grafici registrati dalla CPAP relativi al flusso respiratorio, perdite d’aria non intenzionali, pressione di terapia, eventi apnoici residui.

Si è dunque arrivati alla conclusione che, a seguito della titolazione di CPAP, un follow-up precoce (al fine di correggere eventuali problemi legati all’interfaccia di ventilazione) e un rinforzo educazionale gestito in un setting adeguatamente strutturato siano la chiave per garantire una miglior compliance e provvedere alla prosecuzione ottimale della terapia.