Addio ad Adamo Dionisi, l’attore noto per il ruolo di Manfredi Anacleti in “Suburra” si è spento a 59 anni

Dall’esordio in carcere alla notorietà nel cinema e in TV: una carriera segnata da ruoli intensi e tormentati

Adamo Dionisi, l’attore che ha raggiunto la fama interpretando il boss Manfredi Anacleti nella serie TV Suburra, è morto all’età di 59 anni all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, dopo aver lottato contro una malattia. La sua carriera artistica è iniziata in modo inusuale, dopo una difficile vicenda personale che lo vide recluso nel carcere di Rebibbia per una condanna legata alla droga. Durante il periodo di detenzione, Dionisi partecipò a progetti teatrali, scoprendo una passione per la recitazione che lo avrebbe portato a un importante percorso nel mondo del cinema.

L’esordio e la carriera cinematografica

Il debutto sul grande schermo avvenne nel 2008 con il film Chi nasce tondo…, dove non solo recitò ma contribuì anche alla sceneggiatura. Il suo talento lo portò a interpretare caratteri forti e complessi, con una spiccata propensione per ruoli drammatici e intensi. Nel 2014, Abel Ferrara lo scelse per il film Pasolini, dove interpretò una guida napoletana, un ruolo che segnò una tappa significativa nella sua carriera.

La vera notorietà arrivò però nel 2015, quando fu scelto per il ruolo di Manfredi Anacleti, il capo della spietata famiglia di zingari nel film Suburra, diretto da Stefano Sollima. Il personaggio lo consacrò come uno degli antagonisti più memorabili del cinema italiano, portandolo successivamente a riprendere il ruolo nella serie televisiva omonima, trasmessa dal 2017.

Da Suburra a Dogman: la consacrazione

Dopo il successo di Suburra, Dionisi proseguì la sua carriera in film di grande impatto, tra cui Dogman di Matteo Garrone nel 2018, dove diede prova della sua capacità di immergersi in ruoli dal forte impatto emotivo. L’ultima apparizione cinematografica risale al 2023, quando prese parte al film Enea di Pietro Castellitto.

Un passato complesso, un futuro interrotto

Prima di intraprendere la carriera artistica, Dionisi era stato un capo tifoso degli Irriducibili della Lazio, noto gruppo della tifoseria organizzata. Nel 2001, la sua vita cambiò radicalmente quando venne arrestato dalla Digos per una vicenda di droga. Fu in quel periodo che, durante la detenzione a Rebibbia, cominciò a recitare in vari progetti teatrali, trovando nella recitazione una nuova strada per risollevarsi.

Adamo Dionisi lascia dietro di sé una carriera che, nonostante un avvio tardo e non convenzionale, ha saputo imporsi grazie a un’interpretazione cruda e autentica, capace di raccontare con forza le sfumature più oscure dell’animo umano.