Gallarate perde l’Ospedale di Comunità e scoppia la polemica

Il progetto di riqualificazione dell’Ospedale di Gallarate avanza, ma la scelta di spostare l’Ospedale di Comunità a Somma Lombardo ha scatenato critiche dalla politica locale per la mancanza di posti letto in città

Arexpo sta lavorando alla riqualificazione dell’area del Sant’Antonio Abate di Gallarate in vista dell’apertura del nuovo ospedale unico a Beata Giuliana. Entro nove mesi sarà completato il Masterplan Strategico, comprensivo della valutazione economica e finanziaria, che diventerà una Variante al PGT del Comune per ridefinire l’uso delle aree dismesse. Sono state concluse le prime due fasi del progetto, relative all’analisi urbanistica ed edilizia e all’analisi socio-economica, e ora inizia la terza fase, cruciale per definire le funzioni sanitarie da mantenere nel vecchio ospedale. Tuttavia, l’avvio di questa fase è vincolato alla definizione dei servizi del nuovo ospedale, per evitare duplicazioni o carenze.

Nel frattempo, l’ASST Valle Olona ha esaminato le richieste del consiglio comunale di Gallarate in merito ai servizi sanitari da mantenere in città. Gran parte delle richieste verrà soddisfatta a partire dal 2025, con l’apertura delle due Case di Comunità e l’attivazione di diversi servizi sanitari. Tuttavia, non ci sarà un Ospedale di Comunità a Gallarate, in quanto i 40 posti letto previsti per la zona saranno concentrati nel presidio di Somma Lombardo. Questa decisione, stabilita in un accordo del 2023 tra Regione Lombardia, ASST e ATS, ha sollevato critiche da parte della politica locale, che ritiene inaccettabile la mancanza di posti letto sul territorio.

Nonostante le rassicurazioni da parte dell’ASST sulla disponibilità di servizi sanitari nel nuovo ospedale e nelle Case di Comunità, i rappresentanti politici di Gallarate hanno espresso disaccordo, lamentando una sottoutilizzazione dell’area e una mancata considerazione delle esigenze locali. L’amministrazione comunale ha cercato di mediare, chiedendo un maggiore ascolto delle richieste del territorio, ma l’ASST ha ribadito che le decisioni sono state prese a livello regionale e che non intende modificarle.