<Li ho visti moriredavanti ai miei occhi>

COCQUIO TREVISAGO Di moto ne ha tre, ma sono destinate a restare in garage. Almeno per quest’anno. È ancora scosso dall’incidente di domenica mattina a Cocquio Trevisago lungo la Sp1, nel quale hanno perso la vita Maurizio Palazzolo, 35 anni di Venegono Inferiore, ed Elena Garavini, 52enne di Cocquio. Non ha ancora deciso cosa fare dei suoi mezzi a due ruote. Forse è prematuro pensarci proprio adesso, nei giorni che seguono la tragedia a cui lui, unico testimone diretto rimasto fisicamente illeso, di certo non ha intenzione di rimontare in sella a breve.

«Non mi sono accorto di cosa stava succedendo – racconta – ho visto praticamente un’esplosione davanti a me». Gli è andata bene, non c’è che dire. Ha schivato i pezzi di carene e lamiera che schizzavano sull’asfalto e ha tenuto la strada, fermandosi subito dopo i due compagni che giacevano a terra. «Ho visto il mio amico e mi sembrava morto. Sono stato vicino a lui chiamandolo e dopo un paio di minuti si è svegliato: aveva solo perso i sensi. A quel punto sono andato a vedere gli altri due. Mentre mi avvicinavo pensavo che magari anche loro avessero solo perso i sensi. Quando poi li ho visti ho capito che era finita».

Erano andati a Laveno per un caffè. Come ogni domenica mattina. «Eravamo ripartiti verso le 11.30. Eravamo una decina, alcuni di noi sono amici, altri sono semplici conoscenti accomunati dalla moto che si ritrovano per fare un giro insieme. Ma nessuno si sognerebbe di fare il pazzo in strada; io ho quasi quarant’anni, come il mio amico, che tra l’altro ha una bambina di tredici mesi». Solitamente viaggiavano in fila uno dietro all’altro. Domenica però qualcosa non è

andato come al solito. «Il mio amico era davanti, poi Maurizio e infine io, il resto del gruppo era indietro di un paio di curve per il traffico. Non ho visto la donna che arrivava se non all’ultimo minuto, forse era nascosta dalla macchina davanti». Poi lo schianto. Pezzi delle carene, cupolini, specchietti che volavano in aria.
Nell’appartamento di via Gemona alle Bustecche, dove mercoledì sera alle 19 verrà celebrato il rosario per Maurizio Palazzolo, sono raccolte una decina di persone. Una cortina di amici difende il dolore di una madre lacerata dall’improvvisa scomparsa del figlio. Il ricordo del motociclista trentacinquenne viene affidato a uno di loro: «È una persona che ha lasciato un segno in tutti, amici e familiari, portava allegria ed era sempre disponibile. Era un portatore di allegria e serenità. Sapeva essere sempre scherzoso e solare. Maurizio ha sempre saputo vivere alla grande e ora se ne è andato così e tutti noi non possiamo fare altro che ripeterci “perché?”».
Maurizio lascia tanti amici, una famiglia unita e soprattutto la compagna Loredana, con cui conviveva da tre anni nell’appartamento di via Ungaretti a Venegono Inferiore. Lavorava come autista di camion in Svizzera ma la sua vera passione era quella delle moto, una passione che ha sempre vissuto in maniera intensa e di cui non ha mai fatto mistero, anche sui numerosi forum su internet che frequentava.
Alessandro Madron
Francesca Manfredi

s.bartolini

© riproduzione riservata